Rassegna stampa

Fiera, un Cda di sette nomi

FORLI’ – Riunioni sempre più stringenti fra i maggiori enti che danno vita alla Spa della Fiera di Forlì. Ieri pomeriggio si sono riuniti.Il Consiglio è tuttora in carica, per il disbrigo delle attività correnti fino alla seduta del prossimo 27 ottobre, l’ultima della serie, prima dell’assemblea prevista per lunedì 8 novembre.Le dimissioni di Stelio De Carolis, che tra l’altro ha anche cambiato il partito a cui era legato durante la sua prima designazione, passando dai Ds al Pri (suo partito d’origine) non saranno certo respinte, mentre per il resto del Consiglio, si esamineranno le posizioni caso per caso. Comune, Camera di Commercio, Fondazione della Cassa dei Risparmi, Cassa dei Risparmi e Provincia sono i cinque principali azionisti (in ragione delle quote possedute della Spa). Il vicepresidente Bruno Greppi nella vicenda della Fiera, soprattutto in questo ultimo periodo, ha avuto un ruolo non secondario dal punto di vista della gestione del bilancio. L’ente lascia un rendiconto che, per ora, parla di una perdita di circa 600mila euro nel corso del 2004, ma gli ultimi calcoli devono ancora essere fatti sulla base delle scadenze delle iniziative che l’ente ha promosso fino a fine d’anno e in rapporto alle quote d’ammortamento degli investimenti in essere.A sentire Sauro Sedioli, deputato Ds/L’Ulivo, al secondo mandato parlamentare, l’ipotesi di fare il presidente della Fiera ora, e subito, non lo entusiasma. Anzi. Solo in un contesto particolarmente favorevole Sedioli potrebbe cumulare un impegno che, comunque, dovrebbe fare i conti, almeno fino al giugno del 2006, con i suoi obblighi parlamentari. I bene informati sottolineano che sul suo nome si spende Sergio Mazzi, presidente della Camera di commercio di Forlì-Cesena, e che non ci sono ostilità da parte dei vari azionisti. Sul prossimo Consiglio l’ipotesi di un “direttorio” a sette è quella che ha più sostenitori. Un ulteriore restringimento, ma una scelta di nomi che non vuole penalizzare le categorie economiche e sociali. E non sarà decisa neppure una scelta per la fusione con Cesena, che pure ogni tanto circola nell’agenda politica, per poi sparire sulla base delle obiezioni che arrivano dalle due città capoluogo. Fusione no, ma sinergia sì, soprattutto in rapporto ad alcuni servizi promozionali e della struttura. La Fiera non verrà ricapitalizzata, ma dovrà fare fronte ai suoi oneri con una politica degli spazi espositivi e tollerabili condizioni di credito.Top-secret sul nome potenziale del prossimo direttore ed anche del vicepresidente. E’ solo questione di qualche giorno. Alcuni dei nomi del Consiglio uscente saranno riconfermati, secondo logiche ancora al vaglio dei diretti protagonisti.

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