Rassegna stampa

Fiera, pronti sei milioni di euro per acquisire nuove esposizioni

di Piero Erle «Entro la fine dell’anno la Fiera di Vicenza sarà trasformata in una spa-società per azioni: sono soddisfatto di essere arrivato in dirittura d’arrivo realizzando tutti i compiti che mi erano stati affidati, a cominciare proprio da quello della trasformazione dell’ente». Valentino Ziche, presidente in via dell’Oreficeria da un anno e mezzo, ha vissuto l’altro giorno uno dei consigli di amministrazione più importanti della sua gestione: piano industriale e nuovo sistema di gestione della Fiera. Oltre, come detto, all’avvio delle procedure per una veloce trasformazione in spa – come indicato da Comune, Provincia e Camera di commercio – che comporterà naturalmente anche la nomina, entro l’anno, di un nuovo consiglio di amministrazione. Per Ziche, quindi, è il momento del raccolto. Al consiglio di amministrazione ha sottoposto la bozza del piano industriale della Fiera, che sarà votato il 18 ottobre. «È un momento significativo – spiega Ziche – ed è giusto far sapere che stiamo elaborando una strategia e una gestione più efficiente di fronte a un mercato dove cresce la competizione. Vicenza non può e non deve puntare a una gara mondiale basata su quanti metri quadri di struttura espositiva mette a disposizione. La strategia vincente è offrire rassegne di eccellenza, caratterizzate dalla qualità dei prodotti». Via alla ristrutturazione-ampliamento. Di metri quadri in più la Fiera ne metterà comunque in campo nei prossimi quattro anni: «Gli enti hanno deciso: la Fiera resta dov’è, e verrà ristrutturata-ampliata. E come il presidente Andrea Pellizzari dell’Immobiliare Fiera può chiarire, nei prossimi anni la Fiera di Vicenza sarà in grado di offrire migliaia di metri quadri in più, con un investimento da 80 milioni di euro che sarà affrontato grazie agli affitti chiesti dall’Immobiliare alla Fiera stessa, e un significativo ampliamento che sfrutterà prima di tutto l’area dell’Holiday Inn e poi una ristrutturazione a stralci del quartiere attuale». La formula vincente è il B-1, il padiglione inaugurato con la scorsa edizione di Orogemma e destinato agli orafi più innovativi che hanno pure investito a loro volta fior di quattrini per allestirsi i loro super-stand. Anche da un punto di vista di costruzione degli spazi, evidentemente, quanto sperimentato lì potrebbe dettare linee-guida per il progetto di ampliamento. Non solo oro: 6 milioni di euro per nuovi eventi. L’oro per la Fiera di Vicenza significa quasi tutto: il 75-80% del fatturato di 25 milioni di euro annuali. E resterà – precisa Ziche – il cuore pulsante del sistema fieristico vicentino, anche se la Fiera non può più «essere “a traino” dell’oro, ma punta a essere “traino” per il settore con una politica che, come felicemente sperimentato con il padiglione B-1, punta sulle aziende che investono in innovazione, mercato estero, qualità, potenziamento del brand (marchio) e propria rete di punti vendita». Il piano prevede quindi di attrarre a Vicenza altri operatori orafi esteri di eccellenza, e di promuovere anche un “evento orafo itinerante” con cui portare la qualità degli orafi nostrani nelle fiere del mondo. Quanto a ridurre le fiere orafe da tre a due, Ziche osserva che l’idea circola da anni «ma non sarà attuata: significherebbe aprire altro spazio ai concorrenti mondiali. Piuttosto sarà forse resa facoltativa la partecipazione a tutti e tre gli eventi, per cui un orafo potrà decidere se partecipare ad esempio a due fiere orafe su tre». Ma, come detto, l’altra parola d’ordine è diversificare l’impegno della Fiera anche su altri settori. «Puntiamo a stanziare 6 milioni di euro per sviluppare progetti di nuove fiere o per acquisirne di già esistenti. Quali? Meglio non rivelare troppo, ma certo il primo passo sarà affiancare a Microelettronica un salone delle fonti energetiche alternative e materiali nuovi per la domotica».

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