
Fiera Parma fa causa a Milano
DAL NOSTRO INVIATO
PARMA – Davide contro Golia, ovvero Fiera di Parma contro Fiera Milano, il più grande network fieristico europeo. Il problema è che non si tratta di una sfida imprenditoriale, ma come accade nella sfida biblica anche in questo caso si tratta di vero e proprio lancio del guanto, con Parma che ha deciso di chiamare in giudizio per concorrenza sleale la Società Sifa spa di Milano. E con il giudice che accoglie il ricorso e ordina il convenuto all’«immediata cessazione dell’attività illecita avente per oggetto l’organizzazione della manifestazione fieristica Tuttofood», in calendario a Milano dall’5 all’8 maggio del 2007.
Il ricorso dell’ente emiliano presieduto da Franco Boni risale a giovedì scorso, ma solo ieri pomeriggio se n’è avuta conferma, quando nell’ambito del Cibus, il Salone dell’alimentazione che chiude oggi i battenti, è trapelata la notizia che il giudice designato del Tribunale della città emiliana, Luisa Poppi, ha accolto il provvedimento in via di urgenza, intimando «la cessazione della diffusione del materiale pubblicitario e informativo, nonché del logo, relativo a Tuttofood presso gli espositori di Cibus e presso terzi». La comparazione delle parti è stata fissata per il 25maggio prossimo.
È fatto noto che tra i due enti fieristici c’è sempre stata una dialettica piuttosto vivace, finora però tutto era rimasto nell’alveo della normale competizione, come spesso accade tra fiere che cercano di affermare o difendere i propri interessi. È pure noto che l’ente milanese ha orchestrato per portare Cibus nella sua nuova sede fieristica di Rho-Pero; poi, visti i tentativi andati a vuoto, la scelta è stata quella di creare un nuovo marchio e organizzare una propria manifestazione dedicata a cibi e bevande. Appunto Tuttofood. Ma fin qui, a parte i musi lunghi dei protagonisti, non c’era nulla che lasciasse pensare al ricorso alla carta bollata.
Il casus belli è scoppiato quando «nell’ambito di Cibus sono state individuate delle persone che diffondevano materiale promozionale di Tuttofood. Il che è assolutamente vietato, tanto più che nessuno ci ha chiesto l’autorizzazione a farlo», dice l’amministratore delegato, Emilio De Piazza. A quel punto per i responsabili della fiera di Parma è sembrato scontato rivolgersi ai legali. Con il provvedimento inibitorio del giudice Poppi.
Chiamato a commentare il provvedimento, il presidente di Fiera Milano, Michele Perini, si è limitato a prendere atto di quanto riferito dal cronista, spiegando di non potere entrare nel merito «in quanto non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Aspettiamo di sapere qualcosa di ufficiale, dopo di che affronteremo la questione con molta serenità e se manchevolezze ci sono state valuteremo che cosa fare. Per il momento desidero solo complimentarmi con gli amici di Parma per la bella manifestazione».
Perini, infatti, nel riferire che proprio ieri mattina ha visitato «da semplice cittadino» il Cibus, ha aggiunto «di non avere ascoltato tra gli stand tanti accenti stranieri. Al contrario noi con Tuttofood intendiamo guardare con attenzione proprio ai mercati internazionali e ci piacerebbe che Cibus fosse della partita».
NICOLA DANTE BASILE