
Fiera Milano, scontro per i vertici ed Expo 2015
di Fabio Tamburini La raccomandazione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stata esplicita: «Meglio soprassedere», ha spiegato al presidente della Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth, che era pronto a far passare nella riunione del consiglio generale della Fondazione di martedì 8 luglio la modifica dell’articolo 8 dello statuto, quello che prevede l’incompatibilità degli incarichi al vertice tra la controllante e la controllata Fiera Milano Spa. L’incontro tra Formigoni e Roth è avvenuto pochi giorni fa. Nelle stesse ore, altri influenti azionisti della Fiera Spa hanno assunto posizioni analoghe: dal Comune di Milano alla Camera di commercio, fino alle associazioni degli industriali e delle altre professioni.
Perché immaginare la modifica dello statuto? A beneficiarne, come ha scritto martedì scorso l’agenzia di stampa Radiocor anticipando la notizia, avrebbe potuto essere proprio Roth che, dopo due mandati, alla scadenza dell’ottobre 2009 non sarà più rieleggibile, mentre lo sarebbe nella controllata Fiera Spa (i cui vertici però verranno nominati qualche tempo prima).
In realtà la posta in gioco è più alta. Lo conferma un’altra, più importante riforma dello statuto a cui Roth sta lavorando: la modifica dei passaggi che prevedono il controllo della Fiera Spa da parte della Fondazione «attraverso la maggioranza assoluta». Attualmente la Fondazione possiede oltre il 50%, destinato a superare il 60% per il trasferimento di attività dalla controllante alla controllata. La scelta di scendere sotto la fatidica soglia del 50% viene ritenuta da Roth opportuna, e perfino inevitabile, per migliorare l’attrattiva della società, che è quotata in Borsa, presso gli investitori.
È prevedibile che la mossa di Roth provochi altre reazioni negative. Di sicuro, per esempio, almeno parte dei grandi azionisti della Fondazione non hanno alcuna intenzione di rischiare la perdita del controllo. Nell’attesa di verificarlo, va dato conto delle reazioni che hanno portato al rinvio della modifica dello statuto per quanto riguarda le incompatibilità. Secco il commento di Michele Perini, imprenditore e presidente della Fiera Spa: «L’incompatibilità serve a salvaguardare l’autonomia della controllata al di là dei giochi di potere». Più misurate, ma altrettanto significative, le osservazioni di Alberto Santa Maria, avvocato e professore tra i più prestigiosi, consulente degli industriali lombardi. «L’eliminazione della incompatibilità rimette in discussione lo schema scelto fin dall’inizio che prevede funzioni diverse. Se le persone al vertice sono le stesse, si rischia la confusione dei ruoli: la Fondazione, in particolare, perde identità e si sovrappone alla società operativa».
Lo scontro sulle cariche va inquadrato in uno scenario più complessivo e tenendo conto degli affari legati, direttamente e indirettamente, all’Expo 2015, che prevede investimenti di rilevanza notevole. Quale sarà il ruolo della Regione Lombardia? Come verranno divisi i poteri con il Comune di Milano? E ancora: quale sarà la parte affidata alla Fiera? Di sicuro Roth ha candidato la Fiera ad essere in prima fila. Così come l’asse con l’amministratore delegato di Fiera Spa, Claudio Artusi, è sperimentato nel tempo (si conoscono almeno dall’epoca in cui lavoravano per l’Ansaldo e sono entrambi azionisti della Sepa, una società torinese di sistemi elettronici per l’automazione, che comunque non opera per il mondo della Fiera). Ma la mappa dell’Expo 2015 è ancora tutta da disegnare.
fabio.tamburini@ilsole24ore.com