
Fiera Milano sbarca all’Onu
dall’inviato Giampaolo Pioli NEW YORK – Parlare di fiere internazionali tra ambasciatori di tutto il mondo e il capo dei Navajo non è quello che Piergiacomo Ferrari amministratore delegato di «Fiera Milano» solitamente fa, ma la tribuna del Palazzo dell’Onu in occasione della sesta «Infopoverty Wordl Conference» è diventata un microfono strategico per lanciare un messaggio al futuro. «Nei prossimi 10 anni- ha detto ieri alle Nazioni Unite – non saranno più Milano o l’Europa i grandi poli di attrazione, ma Cina, Russia, India e Brasile diventeranno i veri centri fieristitici internazionali rilanciando i Paesi in via di sviluppo. E’ questa la prima volta che un grande centro fieristico internazionale come il nostro realizza una partnership con un organismo come l’Occam (Osservatorio per la Comunicazione Culturale e Audiovisiva) affiliato all’Onu e così profondamente coinvolto nelle problematiche della promozione e dello sviluppo. Lo abbiamo fatto perché sappiamo di portare l’esperienza di 90 anni, 4,5 milioni di visitatori e 30.000 aziende espositrici e crediamo nella responsabilità sociale dell’impresa». [\FIRMA]I programmi Che ruolo giocano le fiere in questa partita della globalizzaione dove si parla costantemente di social responsability? «Avranno un compito cruciale nella promozione dello sviluppo economico. Sono l’incubatore che permette alle giovani e ancora fragili realtà produttive di mettere radici e crescere, fornendo loro tecnologie e know how, ma anche mercati e occasioni di business altrimenti introvabili. Milano con la sua storica Fiera Campionaria è sempre stata pioniera in questo settore e va ricordato che sono proprio le fiere prima ancora della pubblicità e dell’internet, a costituire lo strumento principe di promozione e marketing della piccola e media impresa. Per questo il nostro marchio ha già iniziato ad essere esportato in tutto il mondo, sia sotto forma di contratti di assistenza che di veri e propri progetti chiavi in mano». Ma come coinvolgerete i paesi poveri? «Per il 2007 ad esempio, abbiamo individuato quattro grandi fiere di prestigio che possono interessare l’Onu e l’Occam. A febbraio ci sarà il Build Up Expo dove contiamo di far arrivare 10.000 architetti da tutto il mondo, a maggio Tuttofood completamente dedicato all’alimentare a livello internazionale dove stiamo coinvolgendo anche la Fao, a giugno terremo una fiera sulla salute improntata anche sulla telemedicina e verso la fine dell’anno la ripresa e il rilancio d Mifed, che non sarà però più solo un semplice mercato cinematografico, ma verrà allargato ad un’audience audiosivisa e televisiva. In ogni fiera inoltre creeremo degli spazi e delle conferenze dove verrano presentati anche i progetti che l’Onu sta realizzando nel mondo e sicuramente si arrichiranno di nuovi interlocutori, mentre pensiamo di ‘adottare’ di volta in volta anche paesi poveri per farli crescere. Non va dimenticato anche che Fiera Milano sia in Tanzania che nella repubblica Dominicana è già impegnata nella consulenza per la realizzazione di diversi progetti». Fiera Milano il 6 e 7 febbraio 2007, in occasione del Build Up Expo, diventerà una sorta di caposcuola nell’illustrazione dell’ Itc Village secondo il modello certificato nel recente summit dell’Onu dedicato alle società dell’informazione che ha concentrato le sue ricerche sulle energie innovative e sul design socialmente utile. «Infopoverty – spiega Ferrari – punta a soluzioni urbanistiche idonee, servizi per la comunità, sostegno alimentare, assistenza medica a distanza e promozione delle identità culturali grazie alle piattaforme satellitari a banda larga che sono allo studio dell’Unesco. Milano vuol diventare la prosecuzione di questa conferenza e senza nasconderlo spera di arrivare presto ad essere una protagonista dell’intera rivoluzione digitale».