Rassegna stampa

Fiera Milano ricomincerà a crescere già dal 2010

«Il 2009 è stato complesso e i conti risentono pure delle numerose iniziative che abbiamo messo in campo per contrastare gli effetti dell’avversa congiuntura e crearci le condizioni per riprendere la strategia di espansione».
Più in particolare, puntualizza Enrico Pazzali, ceo di Fiera Milano «la crisi per noi è finita e abbiamo riavviato il processo di crescita, anche se i numeri non potranno tornare agli anni migliori». L’esercizio in corso, prosegue il ceo, «è quello del ritorno all’utile e noi resteremo in utile per tutto il triennio del piano grazie al combinato disposto dell’aumento progressivo dei ricavi, su cui si rifletterà pure la crescita degli spazi occupati, e delle efficienze gestionali connesse alle ristrutturazioni realizzate lo scorso anno».
Ma procediamo con ordine poiché i progetti predisposti prevedono una crescita progressiva dei metri quadrati occupati dalle manifestazioni fieristiche durante l’anno, che nel 2013 dovrebbero tornare ai valori del 2008, il punto di picco con oltre 1,8 milioni. Un recupero di grande valenza poiché si confrontano con gli 1,5 milioni attesi nel 2010 e cioè una dimensione sostanzialmente simile ai valori “normalizzati” del 2009, quando i metri quadrati occupati sono scesi a 1,71 milioni in termini puntuali anche se tale dimensione i fissa intorno a 1,5 milioni depuradola dalle fiere a cadenza triennale. Progressi grazie ai quali il tasso di rotazione dovrebbe salire dalle 4,3 volte atteso nel 2010 alle 5,2 volte previsto al 2013 con benefici effetti sui margini.
Ma c’è pure altro poiché la redditività beneficerà pure delle iniziative su controllo costi ed efficienza. Nel corso del 2009 il gruppo è infatti intervenuto sulle diverse aree d’attività semplificando le strutture operative del business fieristico, le cui società sono scese da quattro a una, riducendo i dipendenti da 180 a 95 e creando il leader italiano con ricavi nell’ordine dei 100 milioni e un alto potenziale di sviluppo sia in Italia, sia all’estero. Nel contempo è stata ristrutturata l’area editoriale, che dovrebbe così tornare in utile già dal 2010, quando diventerà pienamente operativo il nuovo centro congressi realizzato sulle aree di Fiera MilanoCity. «Struttura destinata a diventare numero uno in Europa, rafforzando il nostro posizionamento», come ricorda il nuovo ceo.
Ci sono poi i contributi dal taglio dei costi di funzionamento quali energia, gestione e manutenzione. Aree con risparmi potenziali importanti poiché, ad esempio, il costo dell’energia dovrebbe diminuire del 20% nell’arco del piano, facendo leva pure sulle potenzialità relative alla generazione di energia fotovoltaica sui tetti della struttura fieristica; circa 350mila metri quadrati lordi. Un risparmio di oltre il 20% è previso pure dalla rinegoziazione delle condizioni relative alla manutenzione in quanto il contratto siglato con il costruttore della nuova fiera è in scadenza. Obiettivi ambiziosi, ma compatibili con le potenzialità di un gruppo che, come ricorda Pazzali, è il numero uno nel mondo in termini di metri quadrati affittati ed ha accumulato una esperienza di assoluta eccellenza nella gestione di eventi fieristici. Esperienza grazie alla quale «perseguire con determinazione le strategie di espansione sia in Italia, sia all’estero, dove sono pienamente operative con oltre 14 manifestazioni le partnership in Cina e India con la fiera di Hannover, mentre quelle relative alla Russia al Brasile con lo stesso partner vedranno presto la costituzione dei veicoli societari e sono già allo studio numerosi dossier, mentre le nostre manifestazioni di proprietà quali Macef ed Host dovrebbero sbarcare in Russia entro il 2011». Novità anche in Italia poiché noi, ricorda il ceo, vogliamo diventare il primo-secondo operatore globale in pressoché tutte le manifestazioni di proprietà e rafforzare quelle ospitate, che presto si arricchiranno di nuove iniziative di terzi: cavalli e intercharm. Iniziative i cui effetti emergeranno nel medio termine, ma presenti nei conti del 2009, che indicano ricavi a 297 milioni (-3%) con ebitda in calo del 38% a 20,4 milioni; un valore che dovrebbe essere riproposto pure nell’esercizio in corso.
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I punti di forza…

Un marchio globale con patrimonio solido

Una struttura patrimoniale decisamente solida, con limitato utilizzo della leva e alta generazione di cassa, potrà supportare le alte potenzialità di sviluppo dell’azienda grazie anche al valore di un marchio conosciuto a apprezzato a livello globale. E tutto ciò, ricordano gli operatori, potrà fare leva sulla presenza di un azionista di riferimento che è fonte di stabilità, agevolando i piani di sviluppo messi a punto da un management che ha agito con determinazione anche sul fronte della ristrutturazione per riportare il gruppo sui binari della redditività.
– Solidità patrimoniale e marchio leader. Fiera Milano presenta un basso utilizzo della leva finanziaria, una elevata generazione di cassa e può agire su uno fra i principali marchi globali. Caratteristiche grazie alle quali perseguire senza affanno i percorsi di crescita, con focus sui mercati internazionali a maggiore potenzialità quali Cina, India, Brasile e Russia, dove sono operative le joint venture siglate con la Fiera di Hannover. E tutto ciò mentre aumenterà da 4,3 a 5,2 volte il tasso di rotazione calcolato sui metri disponibili per le esposizioni fieristiche in Italia.
– Il recupero dei margini. Rappresenta uno degli obiettivi prioritari di un nuovo management che già nel corso del 2009 ha attuato una severa ristrutturazione, sia societaria, sia operativa, mentre ora si è messo al lavoro per ridurre in misura sensibile i principali elementi di costo: dall’energia, dalla gestione alla manutenzione con risparmi stimati nell’ordine del 20% nell’arco del piano. E tutto ciò si affianca alle attività finalizzate a rendere sempre più efficiente la gestione, con annesso aumento del richiamato tasso di rotazione (vedere servizi in pagina)
– Azionisti e management. La società milanese presenta una struttura azionaria stabile e affidabile come dimostra anche nel supporto alle strategie di sviluppo predisposte da un management che potrà così dedicarsi all’esecuzione di un piano ambizioso, ma compatibile con le potenzialità di un leader globale.
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…e quelli di debolezza

Congiuntura, domanda e margini in tensione

La congiuntura si conferma difficile dopo aver inciso in misura marcata sulla redditività di un gruppo che comunque vede rosa sul proprio futuro poiché, come ricorda il suo amministratore delegato, «la crisi per noi è finita e abbiamo già iniziato quel percorso di crescita che si rafforzerà nell’ambito del piano». Considerazioni rigettate dai critici e cioè da coloro che definiscono strutturale il calo dei ricavi, mentre i margini continueranno a soffrire perché è strutturale anche l’eccesso di offerta, mentre i costi restano elevati se confrontati con il livello dei ricavi.
– Congiuntura e domanda. Fiera Milano è sovraesposta all’andamento delle variabili macro e il trend si conferma difficile, mentre la domanda di spazi espositivi ne risente poiché quasi tutte le aziende si trovano nella necessità di tagliare i costi, inclusi quelli di promozione e marketing rappresentati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche. Scenario appesantito dal modello multicentrico sviluppatosi in Italia negli ultimi anni con offerte che erodono le opzioni della Fiera di Milano in una fase di sottoutilizzo dei nuovi padiglioni.
– Le tensione sui margini. Sono considerate strutturali dai critici poiché, come sopra ricordato, il nostro Paese ha utilizzato un modello di offerta che di fatto si è tradotto in un eccesso di offerta che solo nel medio-lungo potrà essere riportato in linea con quella domanda che oggi continua a soffrire gli effetto di una congiuntura che si conferma complessa. Ed è proprio per questo che molti operatori sono scettici sull’evoluzione di quei conti sui quali si rifletteranno pure le conseguenze della diversificazione attuata nel passato nell’ambito dell’editoria-convegnistica-consulenza.
– La struttura del costi. Continuerà a beneficiare delle iniziative attuate dal nuovo management (vedere servizi in pagina), anche se per molti osservatori rimane troppo elevata per trovare una giusta combinazione fra riduzione dei ricavi e tenuta dei margini.
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