
Fiera Milano, offensiva globale
MILANO * Fiera Milano non ha ancora digerito l’ultima acquisizione (il 60% di Tl.Ti Expo, la società che organizza Transpotec, la rassegna leader nei trasporti e nella logistica) che già progetta nuove operazioni. A tutto campo: in Italia e all’estero. Oggi dovrebbe essere siglato l’accordo in base al quale Fiera Milano fornirà l’assistenza tecnico-operativa per la costruzione della nuova fiera di San Paolo, in Brasile, a cui sarà affiancata una società (dove Fiera Milano sarà in maggioranza) per l’organizzazione di mostre e l’erogazione di servizi. In queste ore il presidente di Fiera Milano Spa, Michele Perini, è in volo per la Cina dove incontrerà i dirigenti della fiera di Shanghai per individuare “forme di collaborazione e capire quali sono le rassegne più efficaci per promuovere i prodotti italiani sul grande mercato asiatico”. Fiera Milano non esclude neppure la possibilità di acquisire società fieristiche locali.
In parallelo, rammenta Pergiacomo Ferrari, amministratore delegato di Fiera Milano Spa, il gruppo milanese parteciperà in India alla maxi-gara per la costruzione della nuova fiera di Calcutta, mentre in Russia, dove è già stato siglato un accordo con la fiera di Mosca, sono in corso delle trattative per l’acquisto di nuove manifestazioni.
In Italia, intanto, Fiera Milano tiene gli occhi ben aperti. “Ciò non significa che Fiera Milano – chiarisce Perini – intenda fagocitare le altre fiere italiane: il nostro obiettivo, come è accaduto per Transpotec, è quello di rilevare delle manifestazioni che non hanno possibilità di crescere nei rispettivi quartieri per mancanza di spazi, mentre a Milano con il nuovo polo di Rho-Pero, in funzione dalla primavera del 2005, il vincolo dei metri quadrati sarà superato”.
Perini e Ferrari confermano che sono stati avviati dei contatti per portare a Milano delle importanti rassegne attualmente ospitate altrove. Inoltre, aggiungono, c’è la precisa volontà di lanciare a Milano “nuove rassegne che non esistono nel Paese”. Per quanto riguarda i settori d’interesse, le bocche restano ben cucite. Ma considerando l’attuale composizione dell’offerta fieristica milanese è ragionevole immaginare, ora che è stato colmato il vuoto nel settore dei trasporti e della logistica, uno sviluppo nell’alimentare e nell’edilizia. “Per essere leader nell’alimentare – dice Ferrari – occorre organizzare una fiera da 120-130mila metri quadrati, sullo stile dei saloni di Parigi, Colonia e Barcellona. Altrettanto bisognerebbe fare nell’edilizia, prendendo spunto dal Batiment di Parigi e dal Bau di Monaco di Baviera”. Tra l’altro, il 60% appena rilevato della Tl.Ti Expo permette a Fiera Milano di controllare non solo Transpotec, ma anche Webbit, fiera delle tecnologie informatiche per il business. Una specializzata piccola ma di notevole presa, che ben andrà a incastrarsi nel mosaico del gruppo che già dispone di Fiera Milano Tech, con in portafoglio marchi come Intel e Sicurezza. E occorre tener presente che Claudio Sabatini ha già scelto Milano con il suo Futurshow, costituendo l’ulteriore anello della filiera verso la mostra-evento dedicata al segmento consumer: non a caso, il mese scorso, per la prima edizione lontana da Bologna Fiere, è intervenuto Bill Gates a presentare il suo Windows Media Center, sintesi per famiglie tra pc, home enterteinment, internet e digitale tv.
In definitiva, siamo in presenza di una realtà, qualla rappresentata dal gruppo Fiera Milano, in fortissima espansione. La crescita è stata rapidissima: in pochi anni (la quotazione in Borsa risale al 12 dicembre 2002) la società si è trasformata da fiera tradizionale, cioè da “affitta-spazi”, a gruppo integrato di servizi specialistici per il mondo espositivo e congressuale, diventando altresì il più importante organizzatore diretto di mostre in Italia. Lo sviluppo mira al successo del nuovo polo di Rho-Pero, che ha l’ambizione di diventare uno dei centri espositivi più importanti del mondo, e più in generale alla promozione globale del sistema manifatturiero italiano. Una sorta di gigantesca vetrina del made in Italy, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
Attualmente il gruppo agisce in due macroaree: nella prima – gestione spazi e servizi – fanno parte società di allestimenti, ristorazione e catering, editoria tecnica. La seconda – organizzazione di mostre e congressi – è andata progressivamente allargandosi con le acquisizioni del 2004: il controllo di Intel e Sicurezza tramite Fiera Milano Tech; l’acquisizione, dall’Unione del commercio di Milano, della maggioranza di Expo Cts, con le sue numerose manifestazioni, in primis la Bit (turismo); l’acquisto delle mostre che prima facevano capo ad Assoexpo tramite Delitrade (La mia casa). “Lo sviluppo di Fiera Milano Spa – aggiunge Ferrari – nasce da una precisa scelta imprenditoriale: quella di occupare tutte le aree di business della filiera fieristica, da un lato per accrescere la propria redditività e dall’altro per garantire ai clienti servizi omogenei e di qualità”. Ormai oltre il 50% degli spazi è occupato da mostre che fanno capo a Fiera Milano. Il gruppo ha chiuso l’esercizio 2003-2004 con ricavi consolidati per 292 milioni di euro, 57 milioni di Mol e 12 milioni di utile netto.
Infine non va neppure trascurato l’impatto che la Fiera di Milano produce a beneficio del territorio: le ricadute sull’indotto (alberghi, taxi, ristoranti, shopping, svaghi) sono valutati in 2,1 miliardi di euro all’anno, una cifra destinata a raddoppiare con il polo esterno in funzione.