
Fiera Milano, il polo esterno brucia le tappe
MILANO *c Il polo esterno della Fiera di Milano, in corso di realizzazione nel maxicantiere di Rho-Pero (cintura Nord-Ovest), sta bruciando le tappe. In parallelo, però, cresce l’allarme tra gli operatori per i ritardi nei collegamenti viabilistici con la nuova fiera.
Il cantiere. La tabella di marcia per ultimare l’opera in 30 mesi dalla firma del contratto è pienamente rispettata. «Ad oggi è già stato realizzato, complessivamente, il 50% della commessa» afferma Mario Maddaloni, presidente del comitato intersocietario di Npf, il general contractor formato da Astaldi, Pizzarotti e Vianini che tra poco più di un anno consegnerà “chiavi in mano” il polo esterno a Fondazione Fiera Milano.
In alcuni padiglioni del primo lotto, che sarà ultimato entro il dicembre 2004, lo stato di avanzamento dei lavori sfiora il 70 per cento. Pressoché terminate le fondazioni dell’asse centrale. Già messi a dimora i 16 grandi lucernari a cannocchiale che illumineranno durante il giorno l’interno dei padiglioni. La vasca di laminazione per la regolazione degli scarichi delle acque piovane è pressoché completata. É scattato anche il montaggio della grande vela in acciaio e vetro ideata da Fusksas. «Il tasso mensile d’avanzamento dei lavori è del 5%» precisa Maddaloni. Nei prossimi mesi i lavori subiranno un’ulteriore sviluppo, con l’accelerazione dei montaggi degli impianti elettrici e meccanici. La forza lavoro attualmente impegnata in cantiere (oltre mille persone) dovrebbe raggiungere le 1.300/1.400 unità. L’ultimazione del secondo lotto è prevista per l’aprile del 2005.
«La rapidità e la puntualità con cui procede la realizzazione del nuovo polo – osserva Maddaloni – sono strettamente legate alla forma contrattuale del general contractor. Si tratta di una realtà imprenditoriale che si assume in proprio l’onere e i rischi della realizzazione, con qualsiasi mezzo, di un progetto complesso, a costi predefiniti nell’ambito di un contratto chiavi in mano».
I collegamenti. Se all’interno del quartiere tutto procede per il meglio le preoccupazioni iniziano subito fuori dai cancelli. L’attuale rete dei collegamenti viabilistici con Rho-Pero è gravemente insufficiente per fare fronte alle esigenze del nuovo polo fieristico. «Siamo preoccupati – afferma Giancarlo Anselmi, presidente del Comitato fiere industria (Cfi), l’agenzia per le fiere di Confindustria – per l’evidente sfasatura tra la tabella di marcia che riguarda i lavori all’interno del cantiere e quella relativa ai collegamenti, in grave ritardo sui tempi programmati. Di questo passo avremo una fiera bellissima ma irraggiungibile. Perciò lancio l’ennesimo appello alle istituzioni: evitiamo di ripetere un secondo caso Malpensa». La sola certezza, se non sorgeranno inconvenienti nei prossimi mesi, riguarda la metropolitana: il prolungamento della linea 1 fino a Rho-Pero sarà pienamente operativo entro il 31 marzo 2005, con una capacità di 45mila passeggeri/ora. Le strade però sono in ritardo, anche se per velocizzare le procedure gli enti locali hanno individuato un’ulteriore risorsa: il Prefetto di Milano, Bruno Ferrante, che fin dal 2001 dispone di poteri straordinari sul traffico e la viabilità.
Il ruolo del general contractor. Puntando nuovamente lo sguardo all’interno del cantiere si resta invece colpiti dall’efficienza della macchina realizzativa. «Il cantiere della nuova Fiera di Milano – osserva Maddaloni – deve essere da esempio e da sprone per una maggior diffusione, anche in Italia, della cultura del general contractor. I grandi committenti italiani però devono prendere coscienza che per risolvere il problema dei grandi lavori e delle grandi infrastrutture, la formula della parcellizzazione delle opere sinora preferita in Italia, non può andare». Merito perciò della Fondazione Fiera Milano e della società Sviluppo sistema fiera Spa – aggiunge il dirigente del consorzio Npf – di aver imboccato con decisione la strada del general contractor «in modo che la fiera possa diventare un punto di lancio del nuovo modello produttivo. Se ne avvantaggerà il Paese, perché i grandi progetti di costruzione attraverso il general contractor – conclude Maddaloni – coinvolgono oltre 300 settori produttivi».
Il nuovo polo di Fiera Milano si compone di otto padiglioni, di cui due biplanari, suddivisi in 20 moduli espositivi e collegati tra loro da un percorso centrale. Sono previsti: 80 sale convegno, 20 ristoranti e 25 bar.
L’investimento per il nuovo polo è di circa 750 milioni di euro. L’opera è completamente autofinanziata da Fondazione Fiera Milano.
Il general contractor che nell’agosto 2002 ha firmato il contratto con Sviluppo sistema fiera, dopo aver vinto una gara internazionale, è un raggruppamento di imprese costituito da Astaldi (capogruppo al 50%), Vianini e Pizzarotti riunite sotto il nome di Nuovo polo fieristico (Npf).
Npf fornirà d’ora in avanti mensilmente la piantina aggiornata sullo stato di avanzamento dei lavori.