Rassegna stampa

Fiera Milano conferma Perini

MILANO
Due conferme, una promozione, e un nuovo ingresso. Il consiglio generale della Fondazione Fiera Milano ha trovato l’accordo sul vertice della controllata Fiera Milano Spa, dando così il via libera al nuovo consiglio di amministrazione.
Michele Perini è la conferma: resta presidente di Fiera Milano Spa, fortemente voluto dagli industriali e alla fine anche da Silvio Berlusconi. La promozione è per l’attuale direttore generale Enrico Pazzali, vicino ad An, che diventa amministratore delegato al posto dell’uscente Claudio Artusi. L’ingresso è del leghista Attilio Fontana, sindaco di Varese, che prende il posto di Edoardo Valli e sarà vicepresidente vicario. La conferma invece è per l’altro vicepresidente, Carlo Sangalli.
I componenti del nuovo cda saranno proposti all’assemblea del prossimo 16 aprile. Oltre al quadrilatero Perini, Pazzali, Fontana e Sangalli, sono stati individuati Renato Borghi (area An-Compagnia delle Opere), Giampiero Omati e Roberto Baitieri (area Forza Italia), Romeo Robiglio e Fiorenzo Dalu, d.g. di Bpm. Ad uscire dal consiglio sono invece, oltre ad Artusi, che lascia comunque una Fiera dai conti migliorati, il consigliere indipendente Giovanni Deodato, e i due consiglieri Francesco Milone e Fabrizio Viola, ex d.g di Bpm.
La partita per i vertici di Fiera Milano trova quindi una sua composizione, non senza colpi di scena. Ad esempio Perini, che sembrava destinato a lasciare la partita insieme al rivale Luigi Roth, che dalla Fondazione traslocherà nei prossimi mesi alla guida della Cittadella della Salute, alla fine l’ha spuntata. Premiato dall’asse forte Berlusconi-Lega-An, che piazza Fontana e Pazzali al vertice della operativa, anche a compensazione del mancato ingresso nel cda di SoGe Expo 2015 per gli uomini del partito di Ignazio La Russa.
Il passo indietro più brusco è invece quello di Formgioni e della galassia Cl/Cdo, da sempre kingmaker dei giochi in Fiera. Al precedente giro avevano nominato il ticket Roth-Artusi, oggi si trovano con un pugno di mosche in mano. Ma se la filiera Cl/Cdo ieri sera appariva molto delusa dal risiko, non completamente in asse con il proprio governatore, in realtà Formigoni spera dal passo indietro, che ha permesso di trovare la quadra tra appetiti diversi, di incassare in autunno il via libera alla nomina a Commissario Ue da parte di Berlusconi. Ora l’ala ciellina del Pdl punta comunque a nominare almeno il direttore generale, che sarà esterno al cda. Mentre, in autunno, la poltrona prestigiosa della Fondazione andrà al berlusconiano Giampiero Cantoni.
Il caso Expo
Quanto all’Expo, ieri è finalmente arrivato il nuovo Decreto del presidente del Consiglio, rivisto e corretto, che di fatto passa a Formigoni i poteri esecutivi su gran parte delle opere essenziali, e riduce la Società di gestione ad un semplice macchina organizzatrice di eventi. Fissa il tetto di un massimo di 5 persone per i collaboratori del commissario straordinario Moratti. Toglie l’esclusiva alla società di gestione di incassare i finanziamenti statali e, soprattutto, stabilisce per decreto che i compensi dei consiglieri sono quelli fissati dalla finanziaria 2008 per le società a maggioranza statale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter