Rassegna stampa

FIERA MILANO

Per il commento dei risultati dell’esercizio chiuso al 30/6/2003 di Fiera Milano, va in primo luogo ricordato che il gruppo ha assunto l’attuale configurazione nel corso dell’esercizio 2002/2003 e che in precedenza comprendeva, oltre alla capogruppo, la sola controllata Edizioni Fiera Milano. Nello scorso esercizio il gruppo ha realizzato un fatturato di 219,1 milioni di euro, in crescita del 55% rispetto ai 141,4 milioni al 30/6/2002; a parità di perimetro di consolidamento l’incremento sarebbe stato del 5,5%. Il 76,2% dei ricavi è derivato dall’area “Gestione spazi e servizi”, ed il rimanente 23,8% dall’area “Organizzazione manifestazioni e congressi” (non presente nell’esercizio precedente). I costi operativi sono ammontati a 165,6 milioni, ed hanno evidenziato un incremento sostanzialmente in linea con quello del fatturato (+55,5%); significativamente inferiore invece la crescita del costo del lavoro (+36,1% a 27,3 milioni), nonostante i dipendenti siano passati da 289 a 423 unità per effetto dell’ingresso nel gruppo delle nuove società. Il fatturato medio per addetto è passato da 501.000 a circa 555.000 euro.

Il margine operativo lordo è così quasi raddoppiato, passando da 20,1 a 36,6 milioni (+82%); a parità di perimetro di consolidamento sarebbe salito del 24,7%. Naturalmente, la presenza degli ammortamenti sul goodwill delle società acquisite ed i nuovi investimenti effettuati hanno determinato una notevole crescita degli ammortamenti ed accantonamenti, che sono più che raddoppiati (da 8,4 a 17,4 milioni); ciò nonostante l’utile operativo ha raggiunto 19,2 milioni (+64,4%).

Positivo per 2,1 milioni il saldo della gestione finanziaria, in presenza di una posizione finanziaria netta pressochè raddoppiata (da 18,4 a 35,7 milioni) grazie agli introiti dell’Ipo che è avvenuta a fine 2002 (pari a 67,5 milioni) e nonostante nell’esercizio gli investimenti complessivi siano ammontati a 97,3 milioni (di cui 55,5 milioni relativi alle società di nuova acquisizione). Pressochè irrilevante il saldo fra proventi ed oneri straordinari. L’utile ante imposte è pertanto salito da 13,8 a 21,1 milioni (+53,4%); l’incidenza fiscale è tuttavia molto aumentata (il tax rate è infatti passato dal 39,5% al 49,2%), in quanto nell’esercizio precedente il gruppo aveva beneficiato delle agevolazioni fiscali connesse alla Legge “Tremonti Bis”. Dopo l’imputazione a terzi di una quota di utile di competenza per 1,6 milioni l’utile netto si è infine attestato a 9,1 milioni (+9%).

Distribuzione degli utili. Il dividendo proposto domani all’assemblea degli azionisti è pari a 0,285 euro per azione, il cui pagamento avverrà il prossimo 6/11. L’ammontare complessivo del monte dividendi è di 9,4 milioni, corrispondente a un pay-out (sull’utile civilistico, pari a 10 milioni) del 93,8%.

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