Rassegna stampa

«Fiera Mi crescerà ancora»

MILANO *c É passato quasi un anno e mezzo da quel 12 dicembre del 2002 quando la Fiera di Milano – prima al mondo – approdò al listino di Piazza Affari. In quei giorni non mancavano gli scettici, convinti che il titolo fosse di scarso interesse in un mercato azionario generalmente debole. Ma a un anno e mezzo di distanza i fatti hanno dato ragione a chi era più ottimista: il prezzo dell’azione è lievitato infatti dai 7,5 euro della quotazione ai 9,08 di ieri. Anche perché di acqua, non solo in Borsa, ne è passata tanta sotto il ponte.
Basti pensare che il gruppo comprendeva durante il collocamento due sole società con un fatturato di 142 milioni di euro, mentre ora ne conta 13 con previsioni di fatturato al 30 giugno 2004 di 280 milioni. In un anno in cui ovunque si parla solo di crisi non è male: «Il nostro punto di forza – afferma il presidente Michele Perini in un’intervista al Sole 24 Ore – è la diversificazione in vari settori. Da quello immobiliare a quello dei macchinari industriali, dal tessile all’arredo. Questo diminuisce la sensibilità agli andamenti congiunturali dei singoli settori».

Ma Perini guarda soprattutto avanti. Alle strategie future, che si concentrano su diverse direzioni. La prima, e più importante, riguarda ovviamente il core business. E qui le previsioni di crescita dei vertici della società sono precise: «Attualmente – spiega Perini – vendiamo circa 1,6 milioni di metri quadrati all’anno. Una cifra che oscilla tra i 300 e i 500 metri quadrati sono organizzati direttamente dal gruppo. Il nostro obiettivo, anche grazie al polo fieristico di Pero/Rho, è di arrivare a vendere almeno due milioni di metri quadrati all’anno e di questi organizzarne direttamente il 50 per cento».
Non solo. «Il nostro focus attualmente è di sviluppare nuove manifestazioni, anche con partner e in particolare con le associazioni di categoria», continua.
Ma il gruppo guarda anche all’estero. «L’idea non è di acquisire i quartieri fieristici dal punto di vista immobiliare, anche perché noi non siamo proprietari nemmeno della sede milanese per cui sarebbe assurdo acquisirne altre – continua -. Faremo però alcune scelte indirizzate a sostegno dell’industria italiana, anche per gestire manifestazioni all’estero che siano trainanti del made in Italy».
Questo discorso è già iniziato in Cina, dove è stata firmata una lettera d’intenti per l’avvio di una collaborazione con la fiera di Shenzhen: «Attualmente siamo in una fase preliminare, ma l’intenzione è di andare a vendere il franchising della Fiera di Milano nelle maggiori città cinesi». E non è la prima volta che il gruppo esce dai confini nazionali: la società già dal 1996 è attiva in Russia dove organizza manifestazioni, mentre in Messico ha firmato un accordo per il franchising, anche se i lavori su questo fronte sono ancora in corso.
Ma di zone interessanti, per la Fiera di Milano, ce ne sono tante: «Tra le aree di crescita più importanti c’è il Sud America – afferma Perini -. Ci sono aree in cui intendiamo intervenire, ma faremo una pianificazione precisa perché la Fiera non può permettersi di sbagliare. Anche alcuni Paesi dell’ex Unione sovietica hanno i presupposti per collaborare con la Fiera di Milano. Infine abbiamo avviato i contatti anche con Paesi dell’Est europeo».
Di acqua ne passerà altra sotto i ponti. E qualche analista prevede che il titolo in Borsa continuerà a crescere: Euromobiliare sim, per esempio, in un report dello scorso febbraio, segnalava un obiettivo di prezzo (target price) di 10,9 euro.

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