Rassegna stampa

«Fiera, meno sagra, più specializzazione»

Presidente, qual è il primo bilancio della nuova Fiera? «Il consiglio di amministrazione sta lavorando alacremente per aggiornare il programma del 2004, introdurre novità nel 2005 e produrre cambiamenti consistenti l’anno dopo. Vogliamo fare in modo che Pordenone fiere ritorni ad essere un punto di riferimento per l’economia, le istituzioni e la società. Un lavoro sinergico con le categorie economiche, ma pure con la scuola. Per questo ho avuto un incontro con il professor Sergio Chiarotto, con il quale c’è la possibilità di condividere alcuni progetti». Quali saranno le novità di Multifiera? «La rassegna si integrerà con le eccellenze del territorio, penso ai mosaicisti e alla storia della Galvani. Vogliamo farne la vetrina del pordenonese, migliorando ancora settori come Mobilia. Cambierà pure la filosofia di fondo della comunicazione, che pubblicizzerà non solo la realtà fieristica ma tutti i settori. Vogliamo dare un senso meno “sagreste” rispetto al passato e assegnare la giusta soddisfazione agli operatori specializzati». Che altre novità riserva il 2004? «A novembre verrà promossa Secailux, salone dei sistemi di illuminazione. Sarà rafforzato Zow in collaborazione con l’organizzazione. A livello più generale puntiamo a fare in modo che Pordenone Fiere sia baricentrica nell’Euroregione, capace di esportare non singoli imprenditori, ma aree-sistema. I contatti sono già in corso con istituzioni di Austria, Ungheria, Croazia e Slovenia. Ma ci stiamo muovendo anche sul fronte nazionale, tant’è che ho avuto incontri con i vertici della Fiera di Milano e di quella di Rimini. A scambi e relazioni è interessata pure la Repubblica di San Marino, come mi ha testimoniato il ministro del Commercio. Proseguono, inoltre, i contatti con Barcellona, Cracovia e le varie realtà del Nord Africa, a cominciare dalla Tunisia». Quali sono i principali investimenti strutturali futuri? «Daremo corso ad alcuni progetti di ampliamento e restyling che riguardano la biglietteria, le strutture ricettive e la sala congressi. Anche questi interventi sono parte di un piano più complessivo per fare in modo che, come succedeva vent’anni fa, la Fiera ritorni ad essere la vetrina del mondo produttivo, capace di coinvolgere l’opinione pubblica, cuore pulsante della comunità pordenonese». Che programmi avete per il 2005? «Stiamo lavorando sull’ipotesi della Fiera del benessere, mettendo a frutto alcune collaborazioni con l’Austria, che ha una grossa esperienza in questo campo, e collegando tale progetto a quello di Olistica. Non dimentichiamo che esistono nella nostra provincia realtà produttive di grande valore come Jacuzzi, Teuco, Domino e Ideal Standard e, nel campo dell’offerta di servizi, il Dream Village, Mareuno e Kosmic. Altre idee le stiamo mettendo a fuoco. La loro realizzazione concreta dipende però dallo spirito collaborativo che il consiglio si augura di trovare nelle espressioni culturali, economiche e sociali del territorio provinciale». Come giudica i tre anni di amministrazione Bolzonello, che segnano il passaggio di boa? «Senz’altro positivi, anche se – il sindaco lo sa – il mio pallino rimane quello delle piccole manutenzioni, che rispondono alle aspettative della gente. Le grandi strategie sono importanti, come pure le opere che si stanno realizzando, ma è necessario guardare anche alle esigenze quotidiane. Un indirizzo che come Vivo Pordenone abbiamo manifestato in un recente incontro, trovando l’assenso da parte di Bolzonello. La cura della città, del verde, dei marciapiedi, delle strade è un fatto che non va trascurato». Cosa farà Alvaro Cardin da grande, dal punto di vista politico? «Le ultime due assenze dalla competizione elettorale regionale e provinciale, non volute da me, è inutile nasconderlo, mi sono costate molto. Di certo mi attrezzerò per la scadenza elettorale delle politiche 2006. Sono, infatti, perfettamente consapevole che, anche per le numerose sollecitazioni che quotidianamente mi giungono dai cittadini, devo impegnarmi per la città e la provincia di Pordenone. Ci sono davanti a me due anni di lavoro e impegno volto all’organizzazione di questo percorso, ma la strada è stata già tracciata in passato. Intendo infatti ripetere l’esperienza delle comunali, quando partimmo due anni prima per poi ottenere quel grande exploit elettorale rappresentato dal consenso che gli elettori hanno voluto tributarci nel 2001».

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