
Fiera, il Comune “scarica” Drudi
Nell’ambito di un bilancio comunale 36.000 euro sono quasi un’inezia. Ma se servono per la ricapitalizzazione della Fiera (operazione da 700.000 euro, a cui il Comune partecipa per la sua quota di poco superiore al 5%), allora anche il piccolo esborso diventa un caso politico. Anche perchè l’assessore alle politiche economiche Luca Pieri non si limita ad illustrare il provvedimento, necessario a chiudere il deficit della Spa, ma auspica un dibattito sulla Fiera in generale annunciando anche alcune linee guida che il Comune intende perseguire «Con la separazione tra proprietà e gestione ed una maggiore emancipazione della Fiera dalla Camera di Commercio». Affermazioni, soprattutto l’ultima, che forse fanno qualche passo avanti rispetto a quanto deciso in maggioranza ma che rispecchiano l’impostazione dell’ex sindaco Giovanelli. E che non lasciano nessun dubbio sull’interpretazione che suona come una pesante critica al presidente della Camera di Commercio e consigliere delegato di Fiere Spa Alberto Drudi. Ma anche come “avvertimento” nei confronti del suo probabile successore alla Camera di Commercio Giancarlo Pedinotti. Le parole di Pieri hanno fatto un certo effetto anche sull’opposizione, “salvando” di fatto la delibera. Il gruppo di Liberi x Pesaro, infatti, ha preferito astenersi perchè «Abbiamo sempre sostenuto che la Fiera – ha spiegato Carlo Maria Valazzi – è un importante volano per l’intera economia pesarese e cogliamo con favore le intenzioni di cambiamento di rotta annunciate dall’assessore». Senza questa astensione la delibera avrebbe rischiato, perchè alla maggioranza sono venuti a mancare i voti di Rifondazione e quello del diessino Corrado Mezzolani. Rifondazione, per bocca di Rito Briglia, ha motivato il voto contrario con un giudizio negativo nei confronti della gestione. Mezzolani, invece, ha preferito astenersi perchè memore di un suo ordine del giorno di 4 anni fa, dove si indicavano alcune soluzioni (la biennalizzazione del Samp e una maggiore sinergia col Bpa Palas) che sono state prese in considerazione solo ora dopo anni difficilissimi per Campanara. Il giudizio negativo sulla gestione è stato sottolineato anche da tanti consiglieri di opposizione, soprattutto Eusebi (Fi) e Stafoggia (An), che hanno attaccato la “nebulosità” del piano industriale, «che è un libro dei sogni» e la lottizzazione politica dell’ente. Alla fine la delibera è passata, ma con un’opposizione compatta sul no la maggioranza avrebbe incassato la sua prima sonora bocciatura.