Rassegna stampa

Fiera, formazione e mercato

RIVA. La scelta dell’Aefi, organizzazione che riunisce i 39 enti fieristici italiani, di tenere a Riva la sua assemblea generale, rappresenta un doppio motivo di soddisfazione per Mauro Malfer e Giovanni Laezza. Primo perchè è un segnale dell’attezione con cui le vicende nostrane sono seguite dall’ente che attraverso le diverse menifestazioni movimenta 20 milioni di visitatori in un anno ed offre una vetrina a 200.000 aziende, fra medie e piccole, dove far incontrare produzione e mercato (i due terzi dell’export italiano passa attraverso una fiera); secondo perchè da quella parte è arrivata la conferma sulla necessità di investire per tenere le posizioni acquisite. Sono 2,2 i miliardi spesi negli ultimi quattro anni per adeguare il sistema italiano agli standard europei, dove domina la Germania, seguita da Italia e Spagna (in forte recupero). Il fatto è, hanno spiegato il presidente Ferrari (amministratore delegato della Fiera di Milano), il vice Cercola (Fiera oltremare di Napoli), Olivi (fiera di Padova) e Salganelli (Vicenza), che la fiera ha cambiato pelle: era un’esposizione di prodotti, è diventata un anello del sistema che parte dalle esigenze della società, passa attraverso la produzione e sfocia nel mercato sempre più difficile perchè sempre più libero e concorrenziale. In altre parole, l’esposizione del prodotto rappresenta solo un momento del processo «fiera» che comprende scambi di esperienze, valutazione di tendenze, scenari di possibili sviluppi a livello ormai mondiale, indispensabili per reggere la concorrenza ma praticamente fuori della portata di realtà aziendali medio piccole che peraltro rappresentano l’ossatura dell’economia italiana. Di qui un enorme massa d’investimenti (la nuova fiera di Milano è costata 750 milioni per i soli muri) per adeguare il sistema. L’Aefi ha sottolineato la positività dell’esperienza rivana che, caso abbastanza raro ma da seguire, aggiunge il momento congressuale a quello fieristico: per un migliore sfruttamento delle strutture, per le ovvie positive ricadute sul settore dell’ospitalità, ma anche perchè confronto, informazione, formazione (aspetti peculiari dell’attività congresuale) rappresentano ingredienti sempre più richiesti dall’evento fieristico. Malfer e Laezza vi hanno letto in sostanza un imprimatur autorevole alla politica che stanno attuando in città.

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