Rassegna stampa

Fiera e porto antico verso le nozze

La Fiera di Genova marcia decisa verso un riassetto che prevede l’aggregazione con un’altra società pubblica, la Porto antico spa, e l’acquisizione delle aree espositive. Insomma, il nuovo cda (guidato da Sara Armella) dell’ente, partecipato da Comune di Genova (32%), Filse (27%), Provincia (22%), Camera di commercio (17%) e Autorità portuale di Genova (2%), sposa il progetto commissionato, a suo tempo, dagli azionisti alla Filse, per trovare una soluzione strutturale al problema dei bilanci in perdita della Fiera (-1,2 milioni nel 2009; -800mila euro nel 2010).
Il quartiere, in effetti, attualmente si regge su due principali manifestazioni: il salone nautico, in corso quest’anno fino al 9 ottobre, ed Euroflora (che si svolge, però, ogni cinque anni) e ha bisogno di trovare un nuovo slancio, magari con l’apporto di privati, per superare il momento di difficoltà che lo accomuna alla maggior parte delle strutture fieristiche italiane.
Beppe De Simone, da poche settimane amministratore delegato di Fiera di Genova, è deciso a imprimere la svolta, seguendo le linee del piano Filse, per ciò che attiene alle aree e alle sinergie con la Porto antico. Mentre per quanto riguarda la riconversione in albergo dell’immobile ex Nira, che contiene il centro congressi della Fiera ma è di proprietà del Comune, l’orientamento sarebbe di non partecipare alla gara per l’acquisizione, impegnando, però, palazzo Tursi a garantire alla Fiera un centro congressi all’interno del quartiere e agli stessi costi di quello attualmente utilizzato. Il progetto Filse stima che il valore di acquisto del complesso immobiliare ex Nira, «si possa considerare compreso, in base ai diversi mix funzionali, in un range tra i 13 e i 17 milioni di euro, da definire sulla base delle diverse percentuali di destinazioni alternative previste oltre all’albergo» (residence o alloggi). Lo studio Filse, però, specifica che «dal punto di vista economico-finanziario e patrimoniale, l’acquisto del compendio da parte di Fiera comporterebbe oneri fiscali e rischi connessi al finanziamento dell’operazione che, in considerazione della natura non imprenditoriale della società, andrebbero contrattualmente limitati e condizionati. In tal senso, appare più percorribile l’ipotesi di attuazione dell’intervento da parte del Comune».
Tutt’altra musica per l’eventuale acquisizione, da parte di Fiera, del quartiere, anche questo di proprietà del Comune (dopo una sdemanializzazione), che lo concede in locazione.
Si tratta di uno spazio con una superficie complessiva di 115.671 metri quadrati, di cui 58.430 coperti e 57.241 scoperti, con diverse costruzioni: i padiglioni S, B, C e D, la palazzina uffici e i magazzini (edificio M). L’eventuale acquisizione del quartiere fieristico, si legge nel documento Filse, «assume un interesse economico-patrimoniale diretto per Fiera, i cui presupposti economico-finanziari necessitano di essere approfonditi».
In particolare, l’operazione di acquisizione comporterebbe «alcuni vantaggi e opportunità per Fiera, fra cui: eliminare l’indeterminatezza del rinnovo della concessione nel 2046 e delle relative condizioni; una riduzione di cinque anni delle tempistiche di esposizione finanziaria; l’incremento degli asset patrimoniali; la possibilità di capitalizzare la manutenzione straordinaria degli asset; l’eliminazione dell’onere crescente non capitalizzabile costituito dai canoni».
Il progetto ipotizza lo sviluppo di un mutuo bancario a tasso fisso «per la copertura del valore di acquisto pari a 12,5 milioni, di durata trentennale (fino al 2041), corrispondente alla scadenza dei canoni attuale». L’impegno finanziario aggiuntivo annuale derivante dall’operazione di acquisizione a patrimonio dei beni, chiarisce lo studio, «per la durata trentennale del mutuo, si attesta su una media di circa 159mila euro». Rispetto a quell’onere aggiuntivo,peraltro, «è prevedibile un sostenibile equilibrio costi-ricavi, prevedendo l’utilizzo degli immobili acquisiti con funzioni complementari con carattere permanente, compatibili con le importanti manifestazioni fieristiche consolidate».
Il piano, infine, suggerisce una «aggregazione» tra Fiera di Genova e Porto antico spa, partecipata dal Comune (51%), Camera di commercio (39%) e Autorità Portuale(10%). E ipotizza la gestione patrimoniale (asset immobiliari compresi) «in capo a un primo soggetto (Società patrimonio), che mette a disposizione di un secondo soggetto specializzato (Società di gestione) gli asset per la conduzione delle attività. Questa seconda newco si potrà configurare inizialmente come società interamente pubblica per poi valutare la trasformazione in società mista, attraverso l’individuazione di un partner privato scelto a mezzo gara». Non è escluso, infine, «in prospettiva, l’affidamento con gara dell’intera attività di gestione».
raoul.deforcade@ilsole24ore.com
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PER LE FIERE

La società
Fiera di Genova è una società per azioni a capitale pubblico. È partecipata da Comune di Genova (32%), Filse (27%), Provincia (22%), Camera di commercio (17%) e Autorità portuale di Genova (2%)
Le aree
La Fiera occupa un’area non distante dal centro della città e direttamente affacciata sul mare. La superficie complessiva è di 115.671 metri quadrati, di cui 58.430 coperti e 57.241 scoperti, con diverse costruzioni: i padiglioni S, B, C e D, la palazzina uffici e i magazzini
Le attività
Le punte di diamante della Fiera sono il Salone nautico, in corso fino al 9 ottobre, con le imbarcazioni esposte nello specchio acqueo della Fiera, ed Euroflora, che si tiene ogni cinque anni. Entrambe, però, registrano presenze (e incassi) in calo

PER L’EDUTAINMENT

La società
La Porto antico spa è partecipata da Comune di Genova (51%), Camera di commercio (39%) e Autorità portuale (10%). Nata nel 2005, la società è stata creata per restituire il Porto antico alla città
Le aree
Gli spazi del Porto antico, in centro città, occupano 86mila metri quadrati di superficie scoperta, 103mila metri quadrati di edifici e 36.436 metri quadrati di specchi acquei
Le attività
Le destinazioni d’uso delle aree del Porto Antico sono così ripartite: culturale-scientifico 23%, congressuale 20%, ludico-educativo 17%, servizi-park 15%, uffici 12%, ristorazione 7% e commerciale 6 per cento. Al Porto antico si trovano, tra l’altro, l’Acquario, la città dei bambini e dei ragazzi, l’ascensore panoramico Bigo e la Biosfera

PIANO IN TRE MOSSE

La fusione
La società finanziaria della Regione Liguria, Filse, ipotizza l’aggregazione di Fiera e di Porto Antico e lo scorporo, in una nuova realtà creata ad hoc, della gestione di fiere, congressi ed eventi. Risulterebbero quindi due società: una patrimoniale, pubblica, a cui farebbero capo le proprietà, da gestire a reddito per ottenere la sostenibilità economico-finanziaria; e una newco gestionale, anche mista, dedicata a fiere ed eventi
L’ex Nira
Filse valuta gli scenari legati alla riconversione a fini turistico-alberghieri dell’immobile ex Nira, che oggi ospita il centro congressuale della Fiera: il valore di acquisto dell’edificio è compreso in un range tra 13 e 17 milioni di euro
Il quartiere
Il quartiere, di proprietà del Comune, è affittato alla Fiera. Il progetto di Filse ipotizza lo sviluppo di un mutuo bancario a tasso fisso «per la copertura del valore di acquisto pari a 12,5 milioni, di durata trentennale (fino al 2041)»

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