
FIERA DI BOLOGNA: I soci pubblici dicono ‘sì’ ai privati
Previsto lo scioglimento del patto prima della sua scadenza naturale (il 28 ottobre 2007). – I soci pubblici accolgono la proposta avanzata da Gaetano Maccaferri a nome di Api, Cna, Confartigianato, Ascom, Confesercenti, Legacoop e Confcooperative. Bologna, 3 novembre 2006 – I soci pubblici della Fiera di Bologna, (Camera di Commercio, Comune, Provincia e finanziaria Bologna Metropolitana) non dicono di “no” agli azionisti privati. Anzi, alla fine dell’incontro che si e’ tenuto nel primo pomeriggio di oggi a Palazzo della Mercanzia, in una nota stringata, fanno sapere che “convengono sulla disponibilita’ a verificare uno scioglimento anticipato dei patti di sindacato cosi’ come richiesto” qualche settimana fa da Confindustria e dalle altre organizzazioni di categoria presenti nel capitale dell’expo. Dal vertice, cui hanno partecipato il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, la presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, il presidente della Finanziaria Bologna Metropolitana, Federico Castellucci, e il numero uno della Camera di commercio, Gian Carlo Sangalli, arriva dunque un “sì” alla proposta avanzata da Gaetano Maccaferri a nome di Api, Cna, Confartigianato, Ascom, Confesercenti, Legacoop e Confcooperative. Un “sì” di massima, tuttavia, non certo a scatola chiusa. Nel testo messo a punto al termine della riunione emerge, infatti, una disponibilita’ dei soci pubblici “ad esplorare le condizioni di fattibilità” dello scioglimento del patto, “congiuntamente ad un approfondimento circa la strategia dello sviluppo della Fiera”. In poche parole, il progetto e gli scenari devono essere chiari. La discussione e’, dunque, iniziata ed e’ probabile che il prossimo passo sara’ un faccia a faccia tra tutti gli azionisti per capire il “come” e il “quando”. Lo scioglimento del patto prima della sua scadenza naturale (il 28 ottobre 2007) prelude alla possibilita’ da parte dei soci di cedere le proprie quote. A piu’ riprese nei mesi scorsi, Maccaferri aveva rilanciato l’ipotesi che gli azionisti, in primis quelli pubblici, dismettessero le proprie partecipazioni nelle grandi strutture realizzate negli anni ’60 (Aeroporto, Fiera e Interporto), “per reinvestire nelle strutture piu’ necessarie alla vocazione metropolitana dell’area”. I soci pubblici oggi confermano “il comune impegno per contribuire al consolidamento e alla crescita della Fiera”. Tradotto, significa che ogni decisione futura, anche per un’eventuale cessione di quote, sara’ presa di concerto e vincolata allo sviluppo dell’expo. Se lo scioglimento anticipato del patto ci sara’, Comune, Provincia, Camera di commercio e Finanziaria Bologna metropolitana, stando a quanto e’ emerso oggi, non si muoveranno in ordine sparso nell’interesse della Fiera, che rimane un asset di rilevanza pubblica.