Rassegna stampa

Fiera con l’Università di Pavia

di Andrea Gandolfi Ricerca, supporto scientifico alle diverse manifestazioni in programma, iniziative di taglio divulgativo pensate per il grande pubblico. E’ un patto nel segno dell’eccellenza quello siglato ieri pomeriggio tra CremonaFiere e l’Università di Pavia. Nella sede di Cà de’ Somenzi il presidente Antonio Piva, Gabriele Caccialanza, docente di chimica farmaceutica e rappresentante del CISQuA (Centro interdipartimentale di studi e ricerche sulla sicurezza e la qualità degli alimenti), e Alberta Leonardo Vergine, titolare della cattedra di diritto penale dell’alimentazione a giurisprudenza e delegato del rettore per la sicurezza alimentare, hanno firmato una convenzione quinquennale rinnovabile tra i due enti. «Un’iniziativa cui pensavamo da tempo, e ci rafforza grazie alla partnership con un ateneo di indiscusso prestigio nazionale ed internazionale, in grado di assisterci praticamente in ogni campo: dalla consulenza legale e statistica alle indagini di mercato, dagli approfondimenti scientifici alla realizzazione di pubblicazioni. Ciò grazie ad un’offerta formativa e di ricerca che tocca tutte le discipline», ha spiegato Piva. CremonaFiere si avvale già della collaborazione con la Cattolica di Milano e Piacenza e con l’università di Parma, ma quello formalizzato ieri costituisce indubbiamente un passo in più. «Per una struttura come la nostra, che punta tutte le sue carte sulle manifestazioni professionali, un supporto scientifico d’eccellenza è fondamentale. E può avere benefici influssi sull’intero sistema». Una nuova scommessa che – in realtà – è già partita. «Il primo passo – ha chiarito il professor Caccialanza – è dedicato a un’indagine di praticabilità dei sistemi di tracciabilità del latte, che può evidentemente avere applicazioni di particolare rilievo». Anche considerando la vocazione produttiva del territorio ed il ‘core – business’ prettamente agroalimentare di CremonaFiere. Uno studio nel quale l’Università di Pavia mette in campo strumentazioni scientifiche uniche in Italia. Come il reattore nucleare del Lena (Laboratorio energia nucleare applicata), in grado di individuare particelle di qualsiasi sostanza anche a livelli ‘infinitesimali’. Un’arma particolarmente sofisticata da impiegare sul fronte cruciale della verifica di qualità e sicurezza alimentare: sul latte (e i suoi derivati) ma non solo. In un settore che ogni giorno si arrichisce di nuovi, remunerativi campi d’indagine.

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