
Fiera Bologna, i privati si schierano
BOLOGNA *c Conto alla rovescia per la privatizzazione della Fiera di Bologna, che si avvia a chiudere, entro il 27 novembre, il bando per le manifestazioni d’interesse per un aumento di capitale riservato. La quota in gioco è pari al 20% e al termine dell’operazione gli azionisti pubblici scenderanno al di sotto del 50%, conservando circa il 41%. Fra le missive giunte sul tavolo dell’advisor, Ubm, mancano per ora i grandi nomi dell’imprenditoria bolognese, ma sono in corso molti colloqui. In primo piano è una cordata modenese della quale fanno parte la Banca popolare dell’Emilia-Romagna, l’Associazione industriali di Modena e rappresentanti del mondo cooperativo locale. La richiesta è una partecipazione dell’ordine del 3%-4% che abbia come contropartita il potenziamento del centro espositivo modenese, già controllato da Bologna. L’accordo è valutato positivamente dai bolognesi, perché si sposa con il piano strategico di un polo aggregante per il Centro Nord. Sulla stessa lunghezza d’onda si pongono i colloqui in corso con Alfredo Cazzola, patron del Motor show, che apre la strada a nuovi rapporti con il Lingotto e la Fiera di Roma. Su questa scia è l’avvio del dialogo con una città adriatica, che vorrebbe essere della partita sorretta dalla fondazione bancaria locale.
Per la Fiera di Rimini, invece, i tempi non sono ancora maturi per una decisione. Rimini infatti sta conducendo a sua volta un aumento di capitale con apertura ai privati (ma la maggioranza resta pubblica) e il tema di una possibile aggregazione potrà porsi solo al termine dei percorsi in atto. Quella fra Bologna e Rimini viene giudicata un’aggregazione valida sotto il profilo industriale e per la massa critica che ne sorgerebbe, utile ad un’eventuale quotazione in Borsa. I dubbi vengono dalla futura composizione del capitale: a maggioranza pubblica da una parte, privata dall’altra. Tra le manifestazioni d’interesse per la Fiera di Bologna, intanto, ci sono quelle di associazioni importanti come Assopiastrelle, di cooperative “rosse” e “bianche”, di soggetti finanziari, come Unipol Merchant, Sanpaolo-Imi, Fondazione Carisbo e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Alle sede centrale della Fiera si respira una certa soddisfazione perché l’obiettivo di collocare il 20% verrà sicuramente raggiunto, ma aleggia anche una certa delusione per la mancanza di nomi di spicco dell’imprenditoria bolognese. Ma i primi giorni della settimana potrebbero portare novità.