Rassegna stampa

Fiera ad Alba per il «bianco» certificato

In Piemonte il Tuber magnatum Pico cresce in una regione che comprende le Langhe, il Monferrato, alcune zone del l’Alessandrino, in Val Curone e Val Cerina, da Chiavasso a Pontestura. Ma è la città di Alba la vera capitale di questo fungo ipogeo. Nei mesi in cui i trifolau portano alla luce questi bocconi preziosi, si organizza una serie di importanti appuntamenti che richiamano migliaia di turisti da tutto il mondo, in primis da ottobre a novembre la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba e la celeberrima Asta del tartufo a metà novembre. Nel mercato il visitatore trova trifole certificate, un’idea portata avanti per la salvaguardia del marchio del Tuber magnatum Pico. Significa che il tartufo ad Alba è garantito prima della vendita, controllato all’ingresso nel padiglione mercato e analizzato da una commissione di controllo. Mentre la fiera rappresenta un’occasione di scoperta per il pubblico di gourmet e curiosi, l’asta è un appuntamento di grande spicco al quale partecipano personaggi e chef internazionali e il ricavato viene devoluto in beneficenza.
Per gustare qualche piatto ci si può fermare al ristorante Piazza Duomo dove Enrico Crippa offre con le sue creazioni un viaggio sensoriale fatto di aromi, spezie e profumi combinati con effetti sorprendenti. Oppure Al Castello, all’interno del Castello di Grinzane dove si tiene l’asta.
Sulla scia del profumato tartufo bianco si prosegue in un tour gastronomico delle Langhe che prevede una prima tappa sulle colline coperte da vigneti e attraversate dal fiume Tanaro dove si erge il piccolo borgo di Barolo, città natale del rosso definito il re dei vini, il Barolo Docg, vinificato dalle uve nebbiolo. È nelle cantine del Castello sovrastante il centro abitato, che circa un secolo fa venne inventato dalla marchesa Falletti il nobile vino che prese il nome del paese.
In direzione Nord Ovest si trova Cherasco celebre per i dolcissimi Baci fatti con cioccolato e nocciole delle Langhe, la cui ricetta originale è segretamente custodita dalla Pasticceria Barbero. Oltrepassando il fiume Tanaro si giunge a Bra, città dell’omonimo e saporito formaggio Dop di latte vaccino. Oggi a Bra non si produce neppure una forma di quel formaggio e anche un tempo proveniva per la maggior parte dai paesi delle vallate e delle montagne di Cuneo. Furono tuttavia i commercianti braidesi a stagionare e a portare questo cacio sui mercati piemontesi. Le condizioni climatiche favorevoli e la felice collocazione geografica di Bra la resero il più grande centro di raccolta per la stagionatura e la commercializzazione, fatta inizialmente su carri trainati da cavalli. Due le varianti, Bra tenero e Bra duro, entrambe Dop dal 1996.
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