Rassegna stampa

Federalimentare a Mosca con Cibus Vinitaly per conquistare la Russia

martedì 5 giugno 2007 Federalimentare a Mosca con Cibus Vinitaly per conquistare la Russia Il 4 e 5 giugno, a Mosca, e il 7 giugno a San Pietroburgo, alla presenza del Ministro Paolo De Castro, Vinitaly e Cibus Russia hanno organizzato tre giorni di presentazioni e work shop del “food and wine” italiano di eccellenza. Dopo l’esperienza della prima edizione di Cibus Russia svoltasi nel 2004 e quella di Cibus Vinitaly China tenutasi a Shanghai alla fine dello scorso anno, Federalimentare, Fiere Verona, Fiere Parma, ICE e Buonitalia proseguono, in compagnia di un gruppo di aziende portabandiera del Made in Italy, nello sforzo congiunto di accelerare la conoscenza e la penetrazione dell’alimentare italiano all’estero. “Che sul mercato russo ci sia bisogno di dare una spinta”, afferma Annibale Pancrazio, Vice Presidente e Capo Delegazione Federalimentare, “lo dimostrano le cifre: se è vero che l’export 2006 dell’industria alimentare italiana in Russia ha raggiunto la quota di 243,2 milioni di euro, con una crescita interessante sull’anno precedente (+16,8%), tale aumento non si può definire pienamente soddisfacente. Da un lato infatti l’anno scorso, l’export complessivo del Paese sul mercato russo ha totalizzato la quota di 7.618,0 milioni, mostrando un tasso di crescita decisamente superiore (+25,6%) rispetto all’alimentare, dall’altro è evidente che l’evoluzione di lungo periodo dell’export di settore ha mancato l’appuntamento con la crescita, e non soddisfa. Nel periodo 1996-2006 infatti le esportazioni alimentari italiane sul mercato russo sono aumentate solo del +11,5% (un tasso modesto, che significa stazionarietà), mentre l’export italiano totale in Russia ha evidenziato tutt’altro passo, con un +157,2%”. “Tramite questa iniziativa congiunta Cibus Vinitaly”, continua Pancrazio, “ci proponiamo di affrontare i nodi specifici che permangono nella promozione del nostro food and drink in Russia.” Ecco, sintetizzato dal Vice Presidente di Federalimentare Pancrazio, l’andamento dei singoli comparti: · La voce più importante appartiene, intanto, al comparto “enologico”. Con 98 milioni di euro (il 40% dell’export totale), esso ha segnato l’anno scorso un progresso interessante sull’anno precedente (+18,7%). La dinamica del comparto appare premiante, peraltro, anche sul passo lungo. Rispetto al 1996, quando l’export si fermò a 25,6 milioni di euro, l’export risulta quasi quadruplicato (+282,8%). · Le “acquaviti e liquori” hanno raggiunto un export di 4,2 milioni, con un buon aumento sull’anno precedente (+32,3%), ma con un calo di quasi il 50% rispetto al 1996. · Straordinaria la salita del “caffè”. Che l’anno scorso ha toccato la quota di 16,9 milioni, con un progresso del +25,7% sull’anno precedente. Dieci anni fa il comparto era su quote export del tutto simboliche, attorno a 0,5 milioni. Il mercato di questo prodotto si è formato, quindi, tutto negli ultimi anni. · In buona crescita anche gli “olii”. Nel 2006 essi hanno raggiunto un export di 13,4 milioni, con un buon aumento, sia sull’anno precedente (+29,5%), che sulla quota di dieci anni prima (+306,1%). · In aumento, anche se con cifre esigue, il “lattiero-caseario”, con un export 2006 di 6,9 milioni di euro, che segna un aumento del +52,7% sull’anno precedente e una salita “a candela” rispetto ai 0,4 milioni appena, esportati dieci anni prima. · Diverso l’andamento della “pasta”. L’anno scorso ha toccato quota 16,1 milioni, con un +30,8% sul 2005, ma con un calo pesante (-72,5%) sulla quota export raggiunta dieci anni prima. · Deludente anche un comparto generalmente brillante come il “dolciario”. L’anno scorso ha toccato la quota di 27,8 milioni, tenendo a fatica il livello dell’anno precedente (-3,6%), e cedendo nettamente rispetto a dieci anni prima (-56,3%). · Non va molto meglio su altri fronti. La “trasformazione degli ortaggi”, con 15,0 milioni, mostra una leggera espansione sul 2005 (+5,7%) e assoluta stazionarietà nel decennio (+2,7%). La “trasformazione della frutta”, con 12,5 milioni, segna un aumento del +7,2% sul 2005, ma cala del 40,4% sul 1996. Ancora più deludente la dinamica delle “carni preparate”: con 8,5 milioni segnano un netto calo sul 2005 (-41,7%) e forte stagnazione sul decennio (-3,5%).

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