Rassegna stampa

Expo, fine della corsa Avviata la liquidazione della Trieste Challenge

Le chiavi della sede al pianterreno di Palazzo Galatti sono state riconsegnate all’amministrazione provinciale che ne è proprietaria. Al personale non è stato rinnovato il contratto. La notevole documentazione raccolta è in attesa di essere trasferita negli uffici dell’ente cui verrà assegnata. Così finisce l’avventura targata 2008. Nel corso dell’ultima assemblea, il presidente di TriestExpo Challenge Fabio Assanti ha proposto ai soci di avviare la liquidazione della società consortile per azioni che era stata costituita nella primavera del 2002 – detenuta al 40% ciascuno da Comune e Provincia e al 20% dalla Camera di commercio – con il compito di promuovere la candidatura all’Esposizione 2008. Passo dettato dalla logica di un organismo che, ribadisce Assanti, ha esaurito il proprio compito. I soci hanno detto sì. Dal punto di vista tecnico, a chiudere la società sarà il liquidatore Vittorio Siard. Il bilancio 2004, dice il consigliere di Expo Challenge Fulvio Degrassi, è in via di approvazione e si presenterà «senza debiti»: per chiudere i conti è necessario anche attendere che la Regione eroghi l’ultimo 30% dei 600 mila euro stanziati per il 2004, ciò che avverrà dopo che gli uffici avranno verificato il rendiconto delle attività svolte dalla società. Adempimenti tecnico-burocratici a parte, la fine di TriestExpo Challenge pare chiudere la strada a una delle ipotesi che subito dopo il 16 dicembre, giorno della vittoria di Saragozza, si erano fatte largo: quella di mantenere la società come «scatola vuota» da riempire di nuovi contenuti. Il recupero delle aree di Porto Vecchio, per esempio. Una TriestExpo «riconvertita» a realtà su cui incardinare la rinascita dello scalo antico era stata ipotizzata lì per lì dal forzista Piero Camber. Poi era arrivata la proposta di una Fondazione per il riuso di Porto Vecchio e per la ricandidatura all’Expo, lanciata dal presidente della Provincia Fabio Scoccimarro. E ancora, i nuovi progetti: il Parco del mare firmato dal presidente dell’ente camerale Antonio Paoletti; Trieste città della cultura europea nel 2009 in collaborazione con una località austriaca, proposta di Assanti; e poi il tandem Trieste-Lubiana da spendere – per il vicesindaco Paris Lippi – per una candidatura all’Expo universale 2015… Proprio ieri, intanto, il presidente della Regione Riccardo Illy è tornato sul tema Expo nel corso di un incontro svoltosi con il console generale di Svizzera a Milano Marco Cameroni: quella della candidatura, ha detto il governatore, è una carta che è opportuno ritentare. Scoccimarro intanto persegue la propria idea di una Fondazione che «proprio perché non contempla quote societarie, potrebbe permettere a tutti i soggetti che lo volessero di parteciparvi con pari dignità». Piero Camber fa notare che «adesso abbiamo cose più urgenti da fare, il piano del traffico e il piano regolatore del porto sono peraltro gli strumenti indispensabili con i quali poi potremo pensare a progetti a medio termine…» tra i quali includere eventualmente una ricandidatura. Sulla stessa linea il sindaco Dipiazza, ancora esplicitamente intento a «leccarsi le ferite» del dopo-Expo e comunque intenzionato a «non tenere in piedi l’ennesimo ente inutile». E mentre l’assessore regionale Roberto Cosolini osserva che «prima che sui contenitori occorrerà avere la massima chiarezza sui contenuti», Assanti invita a non disperdere il lavoro realizzato: «Abbiamo accumulato un patrimonio di conoscenze e di dati che sarebbe bello non seppellire in qualche archivio. Io alcune idee le ho lanciate, resto a disposizione: è la politica che deve decidere».

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