
Editoria, ricavi in crescita ma i lettori restano stabili
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCOFORTE – L’editoria italiana è in salute, i suoi prodotti riescono a stare dignitosamente sul mercato internazionale, crescono le traduzioni verso i Paesi esteri (e diminuiscono quelle verso l’italiano), eppure non c’è da stare troppo tranquilli. I lettori, in particolare, sono sempre gli stessi e le strategie politiche per promuovere la lettura sono completamente assenti.
L’apertura della 57ª Fiera del Libro di Francoforte è stata l’occasione per l’Associazione italiana editori (Aie) per presentare il consueto rapporto sullo stato dell’editoria libraria in Italia e per sottoporlo alle osservazioni del ministro dei Beni culturali, Rocco Buttiglione, che ha inaugurato lo stand collettivo degli editori italiani (in tutto 327) e fatto due passi in quelli dei singoli espositori.
A Federico Motta, presidente dell’Aie, che chiedeva politiche responsabile per la promozione della lettura, Buttiglione ha risposto dapprima con le solite frasi di circostanza sull’importanza del libro, per poi affermare che, con i tagli previsti dalla Finanziaria, il suo ministero non può fare tanto. Anzi. «O se ne vanno i tagli – ha detto Buttiglione – o me ne vado io. Si troverà un ministro più bravo di me, con questi soldi, però, ci vuole un mago della finanza». Buttiglione ha quantificato in 300 milioni di euro i tagli che ha dovuto subire la cultura: «Non è con questi tagli, che sono lo 0,02% del Pil che si risanano le finanze pubbliche». Buttiglione e Motta hanno espresso pareri divergenti anche sul costo dei libri, in particolare quelli scolastici; mentre è stata rilanciata l’idea della defiscalizzazione sull’acquisto di libri (prevista dalla legge sul libro poi non approdata alle Camere).
Il fatturato del settore editoriale è in crescita del 3,2% (3.760 milioni di euro escluse le vendite di libri con i giornali); i titoli pubblicati sono oltre 54mila, 252 milioni le copie immesse nei canali di vendita. Aumentano notevolmente le vendite via Internet (+35,7%, anche se il settore resta marginale), mentre dei libri allegati ai giornali sono state vendute nel 2004 almeno 76 milioni di copie (per 480 milioni di euro, +23,2%). A sorpresa si traducono meno stranieri (-6,5%, 2 titoli su 10) e si pubblicano più italiani. L’export di libri nel 2004 è cresciuto del 3,2% (vale 191 milioni di euro), spuntano Paesi nuovi che guardano con interesse alla nostra produzione come Polonia e Russia.
Due, infine, i dati negativi. I primi sei mesi del 2005 sono in frenata (+ 0,6% a valore e -0,5% a copie) e mancano nuovi lettori: chi legge di più (oltre 12 titoli l’anno), ha letto e comprato ancor di più, mentre i lettori già deboli leggono sempre meno, tanto che è diminuita la tiratura media dei libri. Pessimismo anche sul mercato delle fotocopie, nonostante l’accordo tra ministero, Siae ed editori sbloccato dopo quattro anni: «È vero – ha detto Motta – che qualcosa si muove. Ma l’anno scorso in Italia sono stati raccolti 3,4 milioni di euro di diritti sulle fotocopie, contro i 26 della Spagna, i 23 della Francia, i 51 della Germania e gli 89 del Regno Unito».