
Economia campana in affanno
Brunella Giugliano
NAPOLI
L’immagine di Napoli e della Campania con le strade colme di rifiuti, rimbalzata nel mondo attraverso i media, sta mettendo in ginocchio l’economia regionale. È allarme rosso in tutti i settori. Tra gli imprenditori i sentimenti più diffusi sono rabbia e sfiducia. «È presto per quantificare i danni – afferma Cristiana Coppola, presidente Confindustria Campania, che ha stilato un vero e proprio manifesto politico-programmatico sulla emergenza – Stiamo vivendo una violazione dei diritti civili fondamentali». Altrettanto incisivo l’appello di Gianni Lettieri, presidente Unione Industriale di Napoli: «Stiamo diventando la barzelletta d’Europa – spiega – Questa situazione danneggia la competitività delle imprese, soprattutto quelle turistiche e agroalimentari. Ora dobbiamo uscire dalla melma». D’accordo anche Bruno Scuotto, presidente del gruppo Piccola Industria dell’Unione industriali di Napoli, che denuncia: «Le piccole imprese soffrono in modo particolare di questa emergenza. Bisogna avere il coraggio di scelte anche poco popolari». Intanto, 65 Pmi della Comunione industriale San Martino sono già pronte a chiudere o a delocalizzare all’estero la propria attività di Pianura. Se ciò avvenisse si perderebbero 1.200 posti di lavoro.
Affari in rovina anche per il settore agroalimentare campano. Si calcolano danni nell’ordine del 30%, pari a circa 500 milioni. Le perdite sono dovute alle disdette della grande distribuzione sopratutto. La Coldiretti Campania sta valutando la possibilità di avviare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese agricole, che in Campania sono 135 mila. Anche la Confagricoltura Campania denuncia il danno di immagine per le produzioni agricole e il rischio di paralisi per le aziende di alcune zone dove sono stati individuati siti di stoccaggio o nuove discariche.
«L’immagine dell’agroalimentare campano ha toccato il fondo – dice Pietro Micillo, presidente regionale di Confagricoltura – La situazione è drammatica anche perchè coincide con una fase di rifornimento dei mercati internazionali».
Ingenti danni sono calcolati anche dagli artigiani. «L’impatto sulle 10.789 imprese alimentari attive in Campania – sottolinea Antonio Campese, presidente di Confartigianato Campania – è quantificabile in un calo di fatturato pari a 3,8 miliardi e delle esportazioni pari a 438 milioni. Sono a rischio oltre 15.000 posti di lavoro». L’Ascom di Napoli, con le imprese dell’Api, gli artigiani della Claai e il gruppo Piccola Industria dell’Unione Industriali di Napoli, intende chiedere al Governo lo stato di calamità per i danni arrecati all’economia locale e il riconoscimento del danno biologico.
In ginocchio anche il turismo. A fare la conta dei danni è l’assessore regionale al Turismo Marco Di Lello che nei giorni scorsi ha convocato albergatori e tour operator per definire un piano di rilancio. «Per Pasqua – afferma Di Lello – si preannuncia il periodo di maggiore difficoltà per il turismo in Campania e se entro marzo non finirà l’emergenza rifiuti, sarà difficile salvare anche la stagione estiva. Il danno si aggira attorno ai 70 milioni».
Sono state annullate quasi tutte le prenotazioni per i prossimi mesi. «Stiamo sfiorando la totalità delle disdette – spiega Maurizio Maddaloni, presidente di Confcommercio Campania – la bancarotta è dietro l’angolo: stimiamo danni per decine di milioni». Un quadro sconfortante anche quello delineato da Ettore Cucari, presidente della Fiavet Campania e Basilicata: «Mentre i tempi dei danni sono immediati, quelli di recupero sono lunghissimi. Sono ormai pregiudicati i contratti con i tour operator per il 2008, ma sono in pericolo anche quelli per il 2009». Non sono infatti solo le disdette a preoccupare i tour operator, quanto le mancate prenotazioni. «Tra gennaio e febbraio è il momento di chiudere i contratti per il 2009 e predisporre le iniziative per l’anno successivo – continua Costanzo Iannotti Pecci, presidente Federterme – in queste condizioni è difficile promuovere i nostri pacchetti».
Netta la posizione di Cesare Foà, vicepresidente della sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli: «Ormai non possiamo più accettare dalle istituzioni locali semplici intenzioni. Vogliamo piani concreti e tempi certi».
VISITATORI DELUSI
SANDRA HOCHSCHEID, 33 anni
Dusseldorf (Germania)
– Napoli è bella, nonostante i rifiuti. Ho visitato anche alcune località della costiera sorrentina e sono rimasta incantata. Spero che si possa superare presto l’emergenza e spero di tornarvi in un periodo più felice. Appena le condizioni miglioreranno prenoterò un nuovo viaggio.
MONICA REVELLES, 31 anni,
Barcellona (Spagna)
– Sapevo dell’emergenza rifiuti ma non immaginavo di trovare tanto caos. Le strade sono totalmente invase dai sacchetti di rifiuti e l’aria è irrespirabile. Anticiperò a malincuore il mio rientro. Peccato! Avevo solo qualche giorno di vacanza che in questo modo è andato perso.