
È scontro sui tagli ai fondi per le fiere
«Proprio ora che il tessile sta ripartendo, la regione ci taglia i finanziamenti per le fiere di settore. Ma non aveva detto di voler rilanciare il manifatturiero?». Alessandro Benelli, presidente di Pratotrade, spera ancora in una marcia indietro, dopo che i contributi regionali al consorzio pratese di produttori di tessuto quest’anno sono passati, d’un colpo, dai 200mila euro del passato a zero. Quei soldi finora erano serviti a finanziare uno stand di rappresentanza alle fiere internazionali di Monaco (Munich Fabric Start) e di Parigi (Premiere Vision) – stand in cui venivano presentate le tendenze-moda dei tessuti – oltre che a sostenere la fiera Prima-Moda tessuto, organizzata da Pratotrade due volte all’anno a Firenze, nelle stesse date di Pitti Filati.
La conseguenza dei tagli è che le rassegne di Monaco e Parigi si sono svolte nelle settimane scorse senza la presenza istituzionale del consorzio Pratotrade. «Abbiamo dato una brutta immagine ai nostri clienti», chiosa Benelli, raccontando come in molti gli abbiano chiesto perché non ci fosse lo stand con le tendenze moda. «Forse la nuova amministrazione regionale non ha capito bene l’importanza che le fiere tessili rivestono per il nostro settore – aggiunge Benelli – ma io spero ancora che la Regione riveda la sua decisione».
Ma l’assessore alle Attività produttive, Gianfranco Simoncini, non sembra lasciare spazi di trattativa: «A Pratotrade abbiamo già dato 826mila euro negli ultimi tre anni per eventi promozionali e manifestazioni fieristiche – ha detto – da quest’anno ottimizziamo le risorse e ci concentriamo solo su tre fiere: OroArezzo, Marmotec e Pitti. Prato avrà 88mila euro per un workshop itinerante sui mercati emergenti».
Con un risultato che, a giudizio dei produttori tessili pratesi, è a dir poco paradossale: niente più soldi pubblici per le fiere tessili strategiche, frequentate dai grandi clienti europei e americani; ma contributi regionali per i workshop da tenersi nei mercati emergenti, in particolare Cina, Russia e Brasile. «Ben vengano gli incontri nei paesi emergenti, ma per adesso i mercati che ci danno da vivere restano quelli tradizionali», ammonisce Benelli. Su 1,5 miliardi di export realizzati dal distretto tessile pratese nei primi nove mesi del 2010, solo il 5% arriva dalla cosiddetta area Bric (Brasile, Russia, India, Cina). «I nuovi mercati saranno il futuro, ma oggi non sono sostitutivi di quelli tradizionali», sottolinea Benelli. Riguardo alla fiera Prima-Moda tessuto, invece, il consorzio Pratotrade tiene duro: «Continueremo a farla anche senza finanziamenti regionali».
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