Rassegna stampa

E il metrò lumaca parla solo italiano

Undici minuti. Non credo ai miei occhi, li strizzo e mi avvicino al display. Sono proprio undici minuti. Centinaia di viaggiatori stazionano sulla banchina della Metropolitana milanese, linea 1, fermata Lotto, in direzione del centro città. Non è l’una di notte. Sono le 20,05. Il treno-miraggio è quello che arriva dalla nuova Fiera di Rho-Pero, che in questi giorni ospita Micam e Mipel, cioè scarpe e pelletteria, una bella fetta della moda made in Italy. Cinquantamila visitatori attesi dagli organizzatori, molti dei quali utilizzano il metrò per gli spostamenti. Infatti, quando arrivano i vagoni, l’effetto è da carro bestiame, nonostante le compratrici russe avvolte in zibellini da favola e gli asiatici griffati Versace da capo a piedi, in mezzo a trolley probabilmente gonfi di dépliant raccolti tra gli stand delle due rassegne.

Mi sistemo in piedi sentendomi un’acciuga e penso a che cosa accadrà dal 5 aprile, quando per il Salone del mobile confluiranno su Rho-Pero i soliti 200mila buyer, architetti, progettisti, dettaglianti e curiosi.

Ma lo sconcerto non è finito. «Per motivi di ordine pubblico – gracchia l’altoparlante – sono chiuse le stazioni di Palestro, Porta Venezia e Lima. Si prega di utilizzare le fermate di San Babila e Loreto». Il solerte speaker parla solo italiano. Gli stranieri ci guardano per chiedere aiuto. Ah, Milano, città europea. (P.B.)

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