
E De Luca duetta con Noa
di Mario Andreose
In una Gerusalemme appena rinfrescata nel tiepido inverno si è svolta la biennale Fiera del libro, sponsorizzata anche dall’Istituto italiano di cultura, occasione d’incontro elettivo di una piccola congrega di editori amici, a caccia degli eredi di Yehoshua e di Amos Oz, ma anche "flâneurs" appassionati della città vecchia. L’evento più significativo è stato il convegno di scrittori e cineasti israeliani, arabi, palestinesi ed ebrei della diaspora, il giorno stesso in cui tutti i giornali pubblicavano la foto di Condoleezza regista di una scenografica stretta di mano a tre con Abbas e Olmert. Ad alcuni di noi sarà parso di tornare in collegio perché l’edificio che ci ospitava, in cima alla collina di Tantur, in piena Terrasanta, conservava intatta l’impronta dei salesiani che l’avevano fondato, compresa l’iconografia cristiana alle pareti e una monastica scritta «silenzio» all’ingresso.
Lo scopo dell’incontro era bensì il confronto, il dialogo, ma quello che ci veniva raccontato, con parole e immagini, testimoniava una convivenza senza fine con gli orrori della guerra, la paura dell’altro, l’insensatezza. In una bellissima sequenza del film Beaufort di Joseph Cedar, fresco vincitore del premio per la miglior regia a Berlino, che si svolge in un fortino labirinto dove incombe l’angoscia dell’attesa, un soldato smarrito domanda a un commilitone: «Ma tu sei qui per scelta o per sbaglio?», e l’altro risponde: «Per scelta, ed è questo lo sbaglio».
D’altra parte, bastava affacciarsi, negli intervalli del caffè, oltre il pendio di Tantur, ammantato di ulivi e mandorli in fiore, verso Betlemme, schermata da un invasivo recente agglomerato suburbano (l’"insediamento") e, più in basso, l’orrido muro grigio in costruzione. Betlemme che al tramonto si accende di inutili luci, deserte le strade e le botteghe e file di taxi in attesa di nessuno, perché quasi più nessuno vi si avventura, per paura e per il divieto di circolazione per veicoli e autisti israeliani.
Alla sera, al Café Littéraire della Fiera un momento di spensieratezza con l’incantevole Noa in duetto – si fa per dire -, con Erri De Luca (qui molto popolare), in un repertorio di canzoni napoletane. Incantevole l’israeliana Noa non solo per vocalità e dizione, ma anche per come ridisegnava la classica gestualità partenopea in lenti arabeschi di elegante sensualità. Bene ha fatto il nostro ambasciatore De Bernardinis a consegnarle la sera stessa le insegne di Cavaliere della Repubblica.