
Due fiere senza intesa
È una strana coppia quella che governa Bolognafiere e Riminifiere. Nessun dubbio che un’alleanza rafforzerebbe le strutture e consentirebbe quella massa critica necessaria per fare approdare il titolo in borsa. Invece sembra di assistere allo stesso copione di quando Rolo e CariBologna non riuscirono a trovare un accordo per far nascere una grande banca internazionale con sede in Emilia Romagna. Allo stesso modo il rapporto tra le società fieristiche di Bologna e Rimini è burrascoso, nonostante gli appelli della regione, che pure ha competenze in ambito fieristico ma non riesce a fare rispettare i suoi appelli ´a fare sistema’. Intanto la concorrenza è sempre più agguerrita e i nuovi quartieri di Milano e Roma, che saranno inaugurati tra poco, guardano all’Emilia Romagna come a una terra di conquista. ´Divisi si perde’, dice l’assessore regionale alle attività produttive, Duccio Campagnoli. Luigi Mastrobuono, l’amministratore delegato di Bolognafiere (il presidente Luca Montezemolo ha assai diradato gli impegni bolognesi dopo essere stato chiamato alla guida della Fiat), prevede ´nel 2005 un giro d’affari di 109 milioni di euro, +46% rispetto al 2004. Un exploit cui contribuirà l’acquisizione di nuovi appuntamenti, a cominciare da Research to business, prima rassegna dedicata all’innovazione per le imprese’. Quali invece i risultati della fiera di Rimini? ´Il 2004 si chiude con 65,3 milioni di euro di consolidato, +26% sul 2002, quando vi sono state le stesse manifestazioni a cadenza biennale’, risponde il presidente Lorenzo Cagnoni. ´Nel 2005 attendiamo di replicare questi risultati, la crisi dell’economia si fa sentire e la crescita non può essere impetuosa. Non intendiamo drogare la crescita, magari dissanguandoci per ospitare una manifestazione in più’. La privatizzazione delle due società fieristiche soddisfa i leader di Bolognafiere e Riminifiere. Per Mastrobuono ´la prima fase dell’iter di privatizzazione si è conclusa nel migliore dei modi e ora stiamo verificando in che modo approdare alla borsa, così come ci hanno chiesto i soci. Ritengo che le previsioni sul 2005 e le strategie di sviluppo ci consentano di guardare con fiducia a questo traguardo’. Mentre per Cagnoni ´la privatizzazione ci ha reso più solidi e la borsa è un traguardo che abbiamo sempre pensato di raggiungere insieme a Bologna. Se questo non sarà possibile guarderemo altrove’. Ma è un’alleanza che non riesce a decollare: ´Con Rimini abbiamo in corso sinergie importanti sul piano industriale, che stiamo potenziando. Anche all’estero spesso ci presentiamo assieme e con successo. Sullo scambio azionario invece occorre una meditazione ulteriore’. Cagnoni è più diretto: ´Non capisco queste ritrosie, insieme siamo una forza, separati faremmo più fatica a stare su un mercato sempre più difficile. Prendo atto di questa situazione e, seppure con dispiacere, decideremo come comportarci’. Anche perché alle porte c’è la concorrenza milanese: ´Sono anni che sostengo che c’è questo pericolo alle porte e mi hanno risposto definendomi Cassandra’, dice Cagnoni, ´adesso sembrano tutti essersi accorti che l’inserimento di Milano provocherà sommovimenti notevoli’. Secondo Mastrobuono, invece, ´non è detto che Milano sia un avversario, può risultare un alleato in un mercato internazionale sempre più complesso. Non credo ci si debba muovere sull’onda della paura, meglio fare la propria parte rafforzando le singole vocazioni. Bologna è leader mondiale in alcuni settori e ne sta esplorando altri, la sua posizione sul mercato ne risulterà rafforzata’.