Rassegna stampa

Distretti, laboratorio per la ripresa

MILANO
Hanno mille sfaccettature le ricette anti-crisi, ma un denominatore comune: si fanno in cordata e partono dai distretti. Dove si stanno raccogliendo i primi (anche se timidi) segnali di ripresa. Da sempre i quasi 250 poli produttivi censiti dalle Regioni pagano la nostra bolletta energetica. Solo i distretti censiti dall’Istat rappresentano un’occupazione manifatturiera di due milioni di addetti, più di quanti ne abbia l’industria di Olanda e Svezia. I nostri distretti assorbono oltre metà dell’occupazione manifatturiera italiana. E le Pmi occupano il 90% degli addetti dei settori tipici del made in Italy che hanno generato nel 2007 un surplus commerciale con l’estero di 113 miliardi di euro (che nel 2008 è calato di circa il 2%).
A volte le ricette anti-crisi partono anche da piccole cose. Come ad esempio un fondo di garanzia per consentire alle Pmi di pagarsi la partecipazione alle fiere chiave del settore, in modo da favorire la ricerca di nuovi mercati. O il welfare declinato sul territorio. Oppure, ancora, l’attivazione del marketing territoriale, l’utilizzo di un sofisticato sistema finanziario come quello delle holding per sostenere le Pmi, o addirittura una “fabbrica in pool” che produce componenti per tutti. E le «radici» del territorio riescono a partorire anche i bond distrettuali.
Una fonderia in società
Per realizzare i robot servono basamenti di ghisa, molto costosi. Ecco allora che i costruttori si sono messi in cordata. L’associazione di categoria ha costituito la finanziaria Cimu con la quale partecipare alla gara per l’acquisizione della Saturn di Alba Iulia, in Transilvania, a 350 chilometri da Bucarest. E così una decina di produttori si sono assicurati la fonderia rumena che realizza getti di ghisa. Con questa operazione le società (supportate da Probest) gestiscono in presa diretta la produzione di fusioni, garantendosi costi competitivi e qualità elevata. Lo scorso anno la fonderia ha prodotto 16mila tonnellate (con una crescita del 5%), corrispondenti a un giro d’affari di circa 23 milioni di euro. L’85% del business è stato generato dalle aziende del made in Italy.
Contratto di insediamento
Si chiama marketing territoriale. In parole semplici significa dare incentivi per attrarre nuovi investimenti. È quello che ha fatto il Piemonte con il «contratto di insediamento», il primo incentivo regionale per favorire la localizzazione di nuove aziende nell’area, soprattutto straniere. Il contributo dell’amministrazione guidata da Mercedes Bresso è importante: può arrivare fino a dieci milioni di euro con un mix di finanziamenti agevolati e a fondo perduto. L’incentivo può essere concesso anche alle aziende che vogliono ristrutturare o ampliare le attività preesistenti e aprire o ampliare centri di ricerca. L’iniziativa riguarda sia le grandi aziende sia le Pmi e non prevede bandi di gara, ma una trattativa privata che impegna tra l’altro le istituzioni locali a mettere a disposizione le proprie strutture, a cominciare dalle università.
Come ti finanzio la fiera
La crisi di liquidità si fa sentire in maniera particolare per le Pmi. Al punto che molte Pmi si vedono costrette a rinunciare anche alle rassegne settoriali. Così i costruttori di robot sono corsi ai ripari: l’Ucimu, l’associazione che li raggruppa, ha siglato un accordo con Intesa Sanpaolo e Banca popolare di Milano per mettere a disposizione sette milioni di euro. L’obiettivo è quello di finanziare la partecipazione alla Emo 2009, la manifestazione mondiale dedicata alla lavorazione dei metalli, in programma a Fieramilano in ottobre, che si svolge in Italia solo ogni sei anni. La linea di credito, che permetterà alle imprese di avere anticipazioni a condizioni agevolate, è stata attivata perché l’associazione ha reso disponibile un fondo di garanzia di 500mila euro coinvolgendo anche il Confidi delle Province lombarde. «La negativa congiuntura economica – racconta Giancarlo Losma (Ucimu) – sta mettendo a dura prova anche noi. Il rischio del taglio delle spese destinate alla promozione diventa elevato. Ecco perché abbiamo voluto rendere disponibile un servizio che permetta alle Pmi di sfruttare questo palcoscenico mondiale».
Il welfare territoriale
Il più veloce a mettere in campo iniziative anti-crisi è stato, alla fine dello scorso anno, il comune di Torino (insieme con Asti e Alessandria). Che ha catalogato questi interventi sotto la voce del welfare, declinato appunto sul territorio con interventi concreti di sostegno a famiglie disagiate e imprese. In Piemonte si è trattato soprattutto di «spesa scacciacrisi»: sono partiti in provincia con panieri di prodotti indispensabili a prezzi calmierati. Nel capoluogo le macellerie hanno fatto il pacco viveri per un pasto famiglia composto da «due etti e mezzo di prosciutto cotto, mezzo chilo di pasta, quattro hamburger da un etto l’uno e uno yogurt, il tutto imbustato a sei euro», come racconta Sergio Demo, presidente dell’associazione provinciale dei macellai torinesi. La strategia parmense si concretizza in un programma strutturato su diversi pilastri e che presenta, tra le novità, dopo le banche, il coinvolgimento in modo inedito delle grandi catene distributive. Oltre alla spesa, grazie alla convenzione con i supermercati, sarà possibile avere sconti aggiuntivi sui beni di prima necessità o utilizzare buoni spesa. Il Comune di Parma (si veda Il Sole 24 Ore del 20 marzo) metterà a disposizione dei voucher spendibili per servizi come gli asili o i trasporti.
franco.vergnano@ilsole24ore.com
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IN EUROPA

I bond di distretto nella Ue
Vengono chiamati dagli addetti ai lavori «Sme Cdo», un acronimo che vuol dire «Small and medium enterprises, Collateralised debt obligations» e rappresentano una specifica categoria di Abs (Asset backed securities). In parole povere, un sistema per finanziare le Pmi in cordata. Un Cdo è infatti un titolo di debito emesso in seguito a un’operazione di cartolarizzazione di un portafoglio di posizioni incorporanti il rischio di credito. Secondo la società di rating Fitch, in Europa ci sono almeno 97 titoli di questo tipo, tutti con un tasso di insolvenza bassissimo.
La cartolarizzazione delle Pmi
La banca intermediaria lancia una campagna per l’erogazione di prestiti a medio termine (cinque anni) a favore delle aziende del “cluster”, spesso in collaborazione con i Confidi che intervengono direttamente anche con capitale. Si crea quindi una società veicolo alla quale la banca trasferisce l’intero portafoglio. Questa, a sua volta, emette obbligazioni alle quali sarà assegnato un rating in base alla qualità complessiva del credito delle aziende che hanno aderito. I bond di distretto vengono quindi collocati sul mercato. La banca intermediaria elargisce il finanziamento “ponte”, dal quale rientra una volta collocate le obbligazioni.

I FINANZIAMENTI

1 L’INDEBITAMENTO PER LE AZIENDE SRL

Da qualche anno c’è la possibilità di accedere al mercato dei capitali anche da parte delle Srl (Società a responsabilità limitata) che hanno la facoltà di lanciare prestiti. Ecco le condizioni: le Srl possono emettere titoli di debito. La delibera per le obbligazioni spetta al Cda. Il prestito può essere strutturato in modo da legare tasso e rendimento per l’investitore al trend della società.

2 FABBRICA COMUNE PER LA ROBOTICA

I basamenti di ghisa, in genere costosi, rappresentano lo “scheletro” e i componenti dai quali partire per costruire un robot. I produttori aderenti all’Ucimu si sono quindi messi in cordata e hanno costituito una finanziaria per comprare una fonderia in Transilvania (a 350 chilometri da Bucarest, in Romania). Gli impianti e l’organizzazione produttiva di Saturn occupano 300mila metri quadrati.

3 FONDO DI GARANZIA PER LA PROMOZIONE

Banche, Confidi e associazione di categoria insieme per dare ossigeno alla casse delle Pmi che hanno difficoltà a finanziarsi la partecipazione alle fiere. Così i costruttori di robot sono corsi ai ripari: l’Ucimu, l’associazione che li raggruppa, ha siglato un accordo con Intesa Sanpaolo e Banca popolare di Milano per mettere a disposizione sette milioni di euro. L’obiettivo è di finanziare la partecipazione alla Emo 2009, la fiera sulla lavorazione dei metalli

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