Rassegna stampa

Dal Mediterraneo un ponte verso i Balcani

La decisione di inserire una parte del Corridoio 8 tra le opere infrastrutturali considerate strategiche dal Piano Van Miert va salutata con grande soddisfazione. Si tratta di una grande opportunità, che testimonia una precisa scelta politica da parte dell’Unione Europea.

Siamo alla vigilia di un evento senza precedenti, l’ampliamento massiccio ad Est dell’Unione, con l’innesto nell’organismo comunitario di ben dieci Paesi: una svolta proprio per gli assetti economici interni all’Unione.

A partire dal 2004, infatti, verranno drasticamente riprogettati l’intero sistema comunitario delle azioni di sostegno, la geografia dell’allocazione delle risorse, le modalità di erogazione dei fondi strutturali: in breve, l’ossatura stessa dell’economia continentale, con i suoi riverberi sul Pil, sui tassi di disoccupazione, sui tassi di interesse e sull’inflazione di ognuno degli Stati membri.

In questa prospettiva, la versione definitiva del Piano Van Miert, presentata nelle settimane scorse dal gruppo di lavoro europeo, assume un rilievo ancora maggiore. Individuando le priorità infrastrutturali per il continente e prevedendo una copertura economica a carico della Ue superiore rispetto alla soglia inizialmente ipotizzata del 10%, di fatto il piano traccia la rotta dello sviluppo di alcune aree, agevolando concretamente gli scambi commerciali e la mobilità di persone e merci.

Da pugliese, prima ancora che da imprenditore e da presidente della Fiera del Levante, intravedo tutte le grandi potenzialità racchiuse in questa scelta. Il Corridoio 8, così come gli altri assi che si vanno realizzando per unire l’Europa centro-occidentale e mediterranea con quella centro-orientale e balcanica, è un insieme di infrastrutture che, favorendo gli scambi economici, allargherà l’Unione europea nel concretezza di tutti i giorni, oltre le volontà sancite sulla carta.

E ancora più importante risulta il “recupero” del Corridoio 8 tra le priorità riconosciute dal Piano Van Miert, se si considera che tale sistema intermodale è destinato a congiungere la Puglia al Mar Nero, collegando l’Europa occidentale ai Balcani. Si tratta, in sostanza, della strada che agevolerà le comunicazioni con un mercato potenziale di circa 200 milioni di persone e con una macroarea, il Sud-Est dell’Europa, che negli ultimi anni sta esprimendo una domanda crescente e sempre più sofisticata di beni e servizi.

Nel settembre dello scorso anno, i ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture dei Paesi interessati hanno indicato la Fiera del Levante di Bari quale sede “naturale” del segretariato tecnico del Corridoio 8, che sarà incaricato di verificare periodicamente l’avanzamento di una impresa infrastrutturale senza precedenti per queste regioni.

Bari, la Puglia, la Fiera del Levante raccolgono perciò i frutti di una vocazione storica ma anche di una costante strategia dell’attenzione per i popoli frontalieri.

Ma c’è di più. La storia si muove sempre con un doppio passo parallelo: da un lato, le scelte dei Governi, dall’altro, le concretezze operative di chi, come imprenditore, prova a conciliare l’impresa con la crescita del benessere.

Perciò la Fiera ha inteso accelerare il processo di avvicinamento dei Paesi balcanici, creando un “corridoio fieristico” che, sul percorso di quello intermodale, costruisca un “network” di enti fieristici. Si tratta, in sintesi, di un sistema integrato tra fiere che decidono di condividere programmi, servizi e opportunità espositive perché possano trarre il massimo vantaggio competitivo proprio gli imprenditori e gli operatori delle rispettive aree geografiche di influenza. Già nel corso dell’anno sono stati perfezionati dalla Fiera del Levante gli accordi con gli enti fieristici di Macedonia e Bulgaria, Albania, Montenegro, Croazia e Romania.

É questo il disegno che pensiamo possa costituire un determinante apporto alle misure infrastrutturali e normative così come alle intese diplomatiche. Le une e le altre si intrecciano, ma assai spesso sono le concretezze operative a spianare la strada alle diplomazie.

Newsletter