
Dal Lago: «Sulla strada giusta»
Non è stata una passeggiata. Manuela Dal Lago, presidente della Fiera e tifosissima del Vicenza, si è trovata nella strana situazione di proporre con convinzione al resto del cda di via dell’Oreficeria l’alleanza strategica con Verona. Il tutto alla vigilia del derby di domenica prossima, che tra l’altro arriva dopo un’incredibile sconfitta maturata negli ultimi 5 minuti contro un’altra squadra dalle maglie gialloblù, il Modena. «Però siamo tutti soddisfatti – afferma la presidente – perché finalmente siamo riusciti a ragionare in un’ottica regionale, d’insieme, piuttosto che ai singoli orticelli. Io credo che questa sia la strada giusta per affrontare le nuove sfide del futuro». L’oggetto del contendere è PadovaFiere che, dopo aver deliberato la trasformazione in società per azioni, ha avviato il processo di privatizzazione. Sì, perché i proprietari sono Comune, Provincia e Camera di commercio, e la procedura scelta è quella di mettere in vendita il 75 per cento del capitale. Fino a ieri l’unica offerta arrivata era quella del gruppo francese Gl Events, che ha messo sul piatto una decina di milioni di euro per rilevare l’attività operativa, e un milione all’anno per pagare gli affitti degli immobili che dovrebbero rimanere in carico ad una società creata ad hoc, insieme al pesante fardello di debiti accumulati negli anni. Per non consentire ai transalpini di papparsi il boccone patavino, le fiere di Verona e Vicenza hanno deciso di allearsi e presentare un’offerta alternativa, insieme a tre banche venete e alla Regione. È stata una corsa contro il tempo, perché entro ieri a mezzogiorno si doveva presentare l’eventuale offerta alternativa a quella dei francesi. A questo proposito, l’altra sera si sono riuniti i CdA delle due fiere: si trattava di approvare la costituzione di una newco, una nuova società, partecipata al 40% dai due enti fieristici, e al 5% ciascuno da Banca popolare di Vicenza, Banco popolare di Verona, Antonveneta e Veneto Sviluppo, finanziaria della Regione. A Verona se la sono cavata in pochi minuti, mentre il cda della Fiera di Vicenza, riunitosi alle 17, è dovuto rimanere in conclave fino alle 21. Quattro ore che hanno partorito uno scarno, scarnissimo, comunicato stampa, in cui si annunciava che «il consiglio di amministrazione si è espresso favorevolmente e all’unanimità in merito alla possibilità di acquisire quote di PadovaFiere spa congiuntamente e pariteticamente alla Fiera di Verona». A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca: in quattro ore di animata discussione l’accordo con Verona è stato passato al setaccio e qualcuno ha trovato il trappolone. Insomma, la partecipazione era paritetica ma a comandare sarebbero stati i veronesi attraverso un meccanismo capestro nella scelta delle cariche principali della newco. Ma non si poteva dire di no, pena l’ennesima accusa di campanilismo e di “porte aperte ai francesi”. Di qui un’approvazione unanime sì, ma condizionata ad alcune verifiche burocratiche. La presidente è abbottonata sulla questione, oltre che sui termini dell’offerta («Ne va del buon esito dell’operazione»), ma si sa che ieri mattina, fuori dall’ufficialità delle riunioni, Vicenza e Verona si sono parlate e hanno trovato un accordo sull’equilibrio della governance all’interno della nuova società che diventerà operativa, in caso di successo dell’offerta, a partire dal 16 gennaio prossimo. Appurato che Vicenza e Verona pari sono, ecco allora che è potuto partire il plico contenente i dettagli dell’offerta in direzione di PadovaFiere. Il cui presidente, Ferruccio Macola, ieri gongolava: «Siamo molto soddisfatti per le offerte pervenute, in linea con gli obiettivi previsti dalla privatizzazione». In realtà, sempre a Padova, qualcuno ha sollevato delle perplessità circa l’effettivo processo di privatizzazione. Nel senso che, con l’eventuale arrivo delle Fiere di Vicenza e Verona nella compagine sociale, la privatizzazione auspicata lascerebbe il posto ad una pubblicizzazione in salsa veneta. Del resto, Gianni Zonin, Massimo Calearo, Giancarlo Galan, per citare alcune delle personalità più autorevoli intervenute consigliando di “fare squadra”, avevano invocato un impegno comune per evitare una “colonizzazione” francese. E comunque, alla privatizzazione vera, e possibilmente italiana, si potrà arrivare in un secondo momento. Resta il riserbo sui dettagli dell’offerta e, di conseguenza, sull’impegno finanziario richiesto alla newco. Tuttavia, siccome deve essere migliorata rispetto a quella dei francesi, non si va molto lontano dal vero se si ipotizza un impegno di circa 5 milioni di euro a testa per le due fiere, più gli affitti da corrispondere a PadovaFiere che manterrà la proprietà degli immobili. A finanziare l’operazione provvederanno le banche, che a loro volta hanno aderito all’offerta e alla formazione della nuova società. Manuela Dal Lago afferma convinta: «Quest’alleanza si doveva fare. Ora aspettiamo il giudizio da parte di PadovaFiere, che arriverà a metà del mese prossimo. Con Verona comincia l’era della collaborazione». Derby di domenica prossima escluso, ovviamente.