
Congressuale in stagnazione
Manca vera strategia di promozione all’estero
Arriva la Btc, che lo scorso anno ha fatto registrare oltre 1.200 espositori, 550 buyer italiani e circa 600 buyer esteri, con una voce di corridoio che ha fatto passare il buonumore agli operatori locali. Il fatto nuovo della Borsa del turismo congressuale, che Firenze ospiterà dal 2 al 4 novembre, infatti, riguarda un possibile accordo per traslocare in un prossimo futuro la manifestazione alla Fiera di Rimini, che già allestisce Ttg-incontri, Comunque sia, sulle novità della prossima edizione ItaliaOggi ha sentito direttamente Carlo Gattai, presidente della manifestazione. Domanda. È vero che c’è in cantiere un accordo con la Fiera di Rimini per spostare fra cinque anni la Btc in quel di Rimini? In che termini si prospetta questo accordo? Risposta. Confermo che ci sono contatti tra la proprietà Btc e Riminifiera per una sinergia e/o joint venture tra le fiere Btc e Ttg, con sinergiche strategie operative, mentre non mi risultano spostamenti della Borsa da Firenze. Si tratta di voci prive di fondamento. D. Quali sono allora le novità di questa edizione? R. Soprattutto una selezione più che curata (quasi maniacale) che abbiamo attuato per avere in fiera oltre 570 qualificati buyer esteri e un altrettanto alto numero di compratori italiani: tutti corporate, meeting planner aziendali, incentive house, figure dell’associazionismo nazionale e internazionale, tour operator e tanti altri qualificatissimi esponenti dell’organizzazione congressuale e di incentive. Infatti il termine qualità mai come questa volta è il più appropriato per definire la XX edizione della Borsa. D. E poi? R. L’altra novità è la possibilità che abbiamo dato a tutti i buyer di scegliere il 50% degli appuntamenti con l’offerta presente in fiera. Attività che, per quanto possa conoscere del sistema fieristico internazionale del settore, non viene attuata da nessun’altra parte. Per quanto riguarda poi gli incontri più rilevanti, non vorrei dimenticare e quindi fare un torto a nessuno: tuttavia una novità ci dovrebbe essere, la presentazione ufficiale di Federcongressi, il nuovo soggetto che racchiuderà Mpi, Site, Italcongressi, Aimp, Meet in Italy, Assi e Pco Italia. D. Qual è la situazione generale del comparto? Si vive ancora un momento di stagnazione? R. In una crisi strutturale del turismo internazionale che vede, purtroppo, anche l’Italia coinvolta in maniera preoccupante, fiere in crescita come Btc portano sicuramente una rinnovata fiducia agli imprenditori del settore e servono a mitigare i magri bilanci delle società. D. Che cosa direbbe a quegli operatori esteri che disertano l’Italia congressuale perché considerata troppo cara o troppo sbilanciata negativamente nel rapporto qualità-prezzo? R. Ritengo che molto dipenda da una scarsa comunicazione: non siamo sufficientemente convincenti nei confronti degli abituali e potenziali clienti. Si sente sempre di più la mancanza di una strategia ad ampio respiro. E anche di una struttura operativa a livello nazionale valida ed efficiente, che possa promuovere e valorizzare il brand Italia: non pensiamo male di Enit, perché anche in qualità di presidente del collegio dei revisori dell’ente di promozione posso confermare che neppure il più capace degli operatori riuscirebbe a operare meglio nelle condizioni economiche e psicologiche in cui si trova attualmente l’Enit. Senza parlare dei ritardi per la sua riforma e le continue e discordanti voci circa la trasformazione in agenzia. Senza considerare poi che i maggiori detrattori dell’ente sono proprio quelli che all’estero lo gettonano di più e gratuitamente.