
Congressi, l’Europa avanza
Congressi, l’Europa avanza di Silvia Frau L’erba del vicino è sempre più verde? Mentre in Italia ha preso corpo l’idea del Convention bureau nazionale, trainato dal progetto di Italia for events, network che raggruppa le regioni, il ministero delle attività produttive, Enit e Federcongressi, si guarda alle strutture già esistenti all’estero; se ne analizzano la composizione, i budget a disposizione e le azioni intraprese per aggiudicarsi i congressi internazionali. Un know how interessante per quanti lavorano nel settore. Il primo dato certo è che anche oltreconfine non esiste un unico modello di Convention bureau. Quello di Vienna, per esempio, è nato come dipartimento del Tourist board cittadino nel 1969, e oggi ne rappresenta l’eccellenza, visto il recente primato riconosciutogli da Icca (International congress and convention association): la capitale austriaca è infatti al primo posto tra le città congressuali del 2005, con 129 congressi. Partecipato al 33% dalla città, dalla camera di commercio e dal Tourist board, dispone di un budget annuale di 1,9 milioni di euro e ha una forza lavoro di dieci persone. Differente struttura per Lisbona, città che di anno in anno aumenta il suo appeal, scalando le classifiche e posizionandosi spesso ad alti livelli. Il Turismo de Lisboa-Visitors and convention bureau, si rivolge sia al turismo leisure sia al congressuale, dispone di un bilancio annuale di 1.016.000 euro e ha quattro addetti che lavorano per un’associazione mista pubblico-privata con circa 500 membri tra cui hotel, agenzie di viaggi, ristoranti, musei, trasporti, associazioni professionali ecc. Passando alle destinazioni, e rimanendo ai vertici della classifica, tolti gli Stati Uniti, detentori incontrastati del primo posto, troviamo l’Europa: Germania, Spagna, Gran Bretagna, Francia e Olanda (l’Italia segue al settimo posto). I Paesi Bassi hanno concluso il 2005 con un +9% rispetto al 2004 e un numero di congressi aumentato da 181 a 197. Il Netherlands board of tourism & conventions, che nasce formalmente nel 2004, è la fusione della parte turistica e congressuale (che esiste dal 1980), un settore per il quale il Nbtc stanzia 5 dei 35 milioni di euro del budget annuale, dedicando ben 18 risorse sulle 185 impiegate. In generale, le principali attività di questi organismi, che operano politiche super partes, sono la promozione attraverso la partecipazione a fiere, roadshow, eventi B2B e tramite internet; le attività di marketing diretto, operate per segmenti di utenza e per potenziali mercati, e il monitoraggio con questionari sulla customer satisfaction. È riservata alle strutture più mature la partecipazione agli international bids, le candidature a eventi internazionali, che sono segno di un lavoro attivo di ricerca e promozione attraverso canali specifici: il Convention bureau Vienna ha dichiarato di partecipare ogni anno a 10-14 candidature, un numero quasi identico a quello del Nbtc (10-15). Meno definite, invece, le procedure per censire e determinare gli standard minimi per l’ingresso di strutture e operatori nei Convention bureau. Spesso dipendono dalle dimensioni e dagli standard, dall’aver organizzato un numero di eventi a livello internazionale (almeno tre per il Cb Gran Canaria) o di appartenere ad associazioni soprannazionali (le più citate: Icca, Mpi, Site, Efct, Uia). Nel caso di Lisbona, l’accesso delle destination management company avviene tramite presentazione di due clienti e due fornitori, a condizione di appartenere già a una associazione internazionale, che diventa di fatto il ´certificatore’ della qualità. La situazione italiana è poco conosciuta all’estero; escludendo l’apprezzamento del direttore del Vienna convention bureau, Christian Mutschlechner, per le attività dell’Icca italian charter, manca un giudizio complessivo sull’Italia del congressuale. Scopri l’archivio di Italia Oggi dal 1993 ad oggi