
Confindustria ripensa la fiera
Un grande polo congressuale, da attivare negli spazi della Fiera del Mediterraneo, dove potranno svolgersi gli eventi dei settori professionali e commerciali più in vista del mercato nazionale e internazionale. È il progetto che una cordata di imprenditori aderenti a Confindustria Palermo presenterà a breve per riconvertire e mettere in sicurezza tutta la struttura espositiva, che si estende per 83mila metri quadrati ai piedi del Monte Pellegrino, nella zona nord-orientale del capoluogo. Un’operazione da 100 milioni con cui l’associazione degli industriali mira a risollevare le sorti dell’attività fieristica del capoluogo siciliano. Ovvero, un settore che brancola ormai nel buio. Lo ha ulteriormente confermato due settimane fa la vicenda della mancata presentazione di offerte concrete alla gara per l’affidamento della gestione della 64a edizione della campionaria internazionale, che si sarebbe dovuta svolgere in extremis dall’11 al 23 dicembre, dopo due anni di stop.
Una situazione che avvia l’ente Fiera verso la liquidazione. Per la manifestazione a lungo identificata come patrimonio cittadino, sarebbero gli atti finali di un declino cominciato almeno 10 anni fa. Le difficoltà organizzative, la progressiva disaffezione degli espositori, soprattutto stranieri, l’indebitamento dell’ente gestore, il cui buco di bilancio è quantificato intorno ai 18milioni, archiviano il modello fieristico, tradizionalmente atteso dai palermitani all’inizio di maggio sin dal 1946, anno di nascita della rassegna. La scorsa settimana il comune di Palermo ha emanato l’attesa delibera sulla concessione degli spazi, la cui scadenza viene allungata a 30 anni. Ciò che ancora manca, però, è una cordata di imprenditori seriamente intenzionata a salvare la manifestazione. Dichiarate inammissibili dall’Ente Fiera le proposte delle uniche due associazioni temporanee di impresa (Ati) palermitane, che hanno partecipato al bando (a fine ottobre) per l’affidamento della gestione della 64/a campionaria che si sarebbe dovuta svolgere dall’11 al 23 dicembre, il commissario straordinario dell’organo di gestione Gioacchino Mistretta aveva rinnovato l’avviso, fissando il nuovo termine per la presentazione delle offerte al 4 novembre. Un rimedio che non ha però sortito nessun esito, in quanto all’esame della commissione è giunta una sola busta (da parte di una delle precedenti Ati), contenente solo una nota nella quale la compagine imprenditoriale contestava i tempi eccessivamente stretti per organizzare una campionaria internazionale e alcune richieste ritenute prive di fondamento logico-giuridico. Una per tutte: la polizza fidejussoria di 1,5 milioni per garantire il mantenimento del patentino, rilasciato dalla comunità europea, che certifica la rilevanza internazionale della rassegna. Se, dal canto suo, l’assessore regionale alle attività produttive Marco Venturi si è detto disponibile, ancora una volta, a tentare di mantenere in vita la Fiera del Mediterraneo, le perplessità riguardano però proprio l’utilità di salvaguardare un modello fieristico non più in linea con un mercato ormai caratterizzato da eventi specializzati.
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