Rassegna stampa

«Chiudiamo le porte agli stranieri Gestiamo noi Fiere e Autostrade»

(ma. sm.) Sarà anche tempo di globalizzazione, ma i francesi è meglio che stiano a casa loro. Almeno per quel che riguarda le Fiere del Veneto. E se poi qualche altro straniero cerca di mettere le mani sulle società autostradali della Regione, occorre trovare la forza di costruire una barriera organica e coordinata. Massimo Calearo, presidente degli industriali di Vicenza, oltre che di Federmeccanica, ha ascoltato le parole di Gianni Zonin, presidente della Banca popolare di Vicenza, come musica soave. «La Bpvi è pronta per intervenire finanziariamente a sostegno della Fiera e dell’Autostrada», aveva dichiarato Zonin al termine dell’assemblea straordinaria dell’Istituto di via Framarin di sabato scorso. Parole che Calearo condivide in pieno. «Fiera e Autostrada – dice il presidente di Federmeccanica – sono due strutture fondamentali per il sostegno all’economia della zona. Di fronte alla possibilità che qualche investitore estero si presenti e faccia un sol boccone di qualcuna di queste nostre società, credo che lo slogan “fare squadra” debba diventare una reazione concreta e immediata. Le dichiarazioni di Zonin in questo senso lasciano ben sperare: istituzioni finanziarie e categorie economiche devono ragionare in un’ottica comune e difendere gli interessi di Vicenza e del Veneto». Si era parlato, in particolare, di un possibile intervento di investitori francesi nel capitale della Fiera di Padova. Ora, si sa che tra Vicenza, Verona e Padova non è che le sinergie funzionino alla perfezione. «Ma se i francesi comprano a Padova – sostiene Calearo – non è che Verona e Vicenza possano dormire sonni tranquilli. Ci dobbiamo alleare, dobbiamo studiare una strategia comune. Il fatto che la Fiera debba essere trasformata in una società per azioni potrebbe fornire l’occasione giusta per metterci attorno ad un tavolo e formare una squadra degna di questo nome». Lo stop ai francesi e agli altri investitori esteri non va visto come un’ostilità all’internazionalizzazione. Semplicemente, per fare un esempio, se i francesi comprano le fiere venete, poi ci portano i loro prodotti, organizzano i loro eventi e le imprese locali rischiano di rimanere con un palmo di naso. Idem dicasi per le autostrade. Si tratta di società, quelle autostradali, che grazie ai pedaggi rappresentano delle vere e proprie macchine di liquidità, di risorse che poi possono essere destinate ad ulteriori investimenti strutturali per la regione. Se i padroni diventano i francesi, o i tedeschi, col cavolo che si iniettano nuove flebo per l’anemica economia vicentina, o veronese, o padovana. «Io credo – aggiunge Calearo – che le società autostradali del Veneto dovrebbero fondersi e portare avanti un progetto comune, tra l’altro molto più redditizio perché porterebbe ad un sensibile risparmio di costi. Si tratta di superare i personalismi, gli ostacoli che caratterizzano il dibattito sull’argomento. Se anche le istituzioni finanziarie, come si è visto con la Bpvi di Zonin, saranno della partita, credo proprio che la famosa squadra abbia buone possibilità di formarsi e di vincere la partita dello sviluppo».

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