
Ceramica e macchinari alla stagione delle fiere
Tra una settimana inizierà l’Emo di Hannover, fiera internazionale dedicata alla lavorazione dei metalli, il 20 settembre sarà la volta del Cersaie di Bologna, la vetrina mondiale della ceramica. Alla prima saranno presenti gli imprenditori della meccanica varia e strumentale, mentre le luci della ribalta della manifestazione bolognese saranno accese sulle aziende del distretto della ceramica.
Due appuntamenti chiave per i portafogli ordini di questi comparti del “made in Italy” che cavalcano la globalizzazione. «Il settore ha tenuto grazie alla flessiblità delle aziende che hanno orientato la produzione verso le soluzioni di fascia media andate ad affiancare i prodotti “top”, il nostro punto di forza – sottolinea Giancarlo Losma, presidente di Federmacchine –. Quest’offerta è mirata per quei mercati che fino a poco tempo fa erano quasi esclusi dallo scenario dell’economia mondiale». Aree lontane dai tradizionali mercati di sbocco, dove conta unire alla buona qualità, asset della nostra produzione, un prezzo altrettanto valido.
Guardano sempre più lontano anche le Pmi associate ad Anima, la Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine. «Un nuovo mercato di sbocco è il Sudamerica – spiega il presidente Sandro Bonomi – dove Cile, Perù e Colombia offrono interessanti opportunità di business legate alla realizzazione di importanti infrastrutture, mentre altre aziende si stanno spingendo fino al Sudafrica e all’Australia».
Vede un potenziale di recupero per il prossimo anno Franco Manfredini, presidente di Federceramica. «L’edilizia non può che migliorare e pensiamo che questo trend continui anche nel 2012 – dice – mentre in alcuni Paesi europei siamo riusciti ad intercettare alcune quote di crescita della domanda». Si tratta di mercati come quelli di Germania, Francia e Regno Unito, dove nel primo semestre le piastrelle tricolori hanno visto un +6-8% del valore delle vendite, «ma riusciamo a recuperare quote in alcuni Brics escluso il Brasile». Oltre alla stasi dell’edilizia, a preoccupare Manfredini sono i costi della logistica, ma soprattutto «abbiamo bisogno più che mai di un sistema Paese che non ci penalizzi, oltre a energia a prezzi competitivi, come sarebbe possibile con la realizzazione dei gassificatori» conclude.
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