Rassegna stampa

Castelletti: Padova? Ci interessa soltanto la gestione

Chi sperava già di celebrare le nozze tra Veronafiere e la Fiera di Padova dovrà aspettare e mettere via i confetti. Perché la gara per la privatizzazione dell’ente patavino si è risolta in un nulla di fatto. Sia la Fiera di Verona che il colosso francese GL Events, come anticipato nei giorni scorsi, non hanno presentato vere e proprie offerte, ma hanno avanzato delle proposte che in quanto tali non rispondevano ai criteri di gara. Gara che prevedeva un aumento di capitale da 21 milioni di euro e il passaggio conseguente del 60% delle quote nelle mani dei privati. La gara quindi adesso riparte, dopo che la commissione tecnica per la valutazione delle offerte ha detto che non c’è nulla da fare. Termine di paragone sarà la proposta dei francesi che come la Fiera di Verona hanno chiesto di scorporare la parte immobiliare, debiti e mutui compresi, dalla gestione delle rassegne fieristiche. L’impianto su cui lavorare, in base alla proposta francese, per trasformare la Fiera di Padova sarebbe questo: si offrono 21 milioni di euro come previsto dal bando di gara, però 10 milioni verrebbero destinati agli azionisti fondatori di Padovafiere e 11 milioni a una nuova società, da costituire, finalizzata alla sola gestione degli eventi fieristici. Il patrimonio immobiliare resterebbe scorporato e di proprietà dei soci fondatori che dovrebbero farsi carico dei debiti pari a 38 milioni di euro, assunti per la costruzione dei nuovi padiglioni negli ultimi anni. Un debito che i soci fondatori potrebbero coprire con i 10 milioni ottenuti da GL Events se andrà in porto l’operazione, con altri 15 milioni previsti dalla Finanziaria 2004 e la parte rimanente con un mutuo. Veronafiere, a quel punto, potrebbe essere interessata a entrare nella società di gestione delle manifestazioni fieristiche per sviluppare sinergie. «Noi continuiamo a manifestare il nostro interesse», conferma il presidente di Veronafiere Luigi Castelletti, «soprattutto di fronte a uno scenario che ce preveda lo scorporo della parte immobiliare da quella gestionale; il nostro mestiere è quello di fare le fiere, quindi coltiveremo questo interesse con gli approfondimenti del caso. Del resto», conclude Castelletti, «se a Padova viene raccolta l’ipotesi scorporo, che avevamo prospettato anche noi, evidentemente è una riflessione non campata per aria ed è ritenuta una strada percorribile».

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