
Campanara: ribaltone vicino?
PESARO – Domani inizia la rumba. E’ il primo atto concreto del dopo «MoMi», ed anche il compendio finale dell’Ente Fiere spa. Perchè la giunta della Camera di Commercio, nel predisporre i bilanci del prossimo anno, non può non tenere conto dei riverberi economici di Campanara. Per il semplice motivo che l’ente camerale è il maggiore azionista della struttura fieristica. Inizia la rumba perchè nel corso della riunione di domani si dovrebbe anche parlare del piano elaborato da uno studio di Rimini per arrivare, in tempi brevi, a scorporare la gestione di Campanara dal capitale. Secondo alcuni un passo obbligato perchè altrimenti «andando avanti così, occorrerà chiudere il quartiere fieristico». Su un punto del piano pare ci sia convergenza di vedute: snellire la struttura (ma tutto il personale che fine fa?), cambiare presidente e consigliere delegato e chiudere un accordo di collaborazione con un altro ente fieristico (Rimini?) per ottenere sinergie e risparmiare sui costi di gestione. Secondo alcuni Alberto Drudi avrebbe avuto una specie di imposizione da parte dei vertici Ds per lasciare la guida di Campanara prima delle elezioni regionali; per altri invece sarebbe lo stesso presidente della Camera di Commercio a voler mollare le redini della struttura espositiva. L’unica cosa certa è che Alberto Drudi rimarrà alla presidente della Camera di Commercio fino alla scadenza del mandato: altri due anni. Per Learco Bastianelli invece il discorso è diverso: secondo alcuni potrebbe diventare presidente della nascente Fondazione. Ma il problema è proprio la Fondazione perchè sulla «cassaforte» di Campanara non c’è unanimità, perché si vorrebbe veder nascere una struttura snella e non l’ennesimo carrozzone con poltrone e stipendi. Domani alla Camera di Commercio si parlerà di tutto questo e si dovrebbe anche votare il bilancio preventivo del 2005. Tutto a posto? Secondo alcuni no. Ed il perché è semplice: come si fa a votare un bilancio preventivo senza sapere quale sarà il buco dell’ente Fiera? Interrogativo posto soprattuto dagli industriali e non solo. C’è insomma scetticismo su quei 300mila euro messi a bilancio per la copertura delle perdite di Campanara: troppo pochi, si sostiene. Nella sostanza si dice questo: ribaltiamo i consigli d’amministrazione: prima quello delle Fiere dopodichè si procede con quello della Camera di Commercio. Tutto questo all’interno di un nuovo e nascente patto che vorrebbe nuovamente mettere ai margini l’associazione industriali. Uscirà poi nuovamente fuori la questione di Aspin2000? Anche questo un problema, perché anche alla Camera di Commercio si sono dovuti riscrivere i verbali di seduta dal momento che erano completamente ‘saltate’ le critiche espresse da agricoltori e dall’Api sul funzionamento del braccio operativo per l’internazionalizzazione. La questione è nota: troppi i soldi che si spendono per mantenere in vita una struttura che potrebbe andare avanti solo con un funzionario. Insomma aria tesa anche perchè i soldi stanno per finire. Vacche magre anche alla Camera di Commercio.