
Campagnoli: “E’ ora di aprirla alle imprese”
Bologna, 23 maggio 2007 – Un assetto societario dove, azione più azione meno, il 33% del capitale sia in mano ad una minoranza di blocco di soci pubblici (Comune, Provincia, Regione, Finanziaria Bologna metropolitana) a garanzia del rapporto con il territorio. Tutto il resto appannaggio di investitori privati “puri”, magari internazionali. Nello spirito della legge regionale che ha avviato il processo di privatizzazione dell’ente, aprendo di fatto la società ai primi imprenditori (come la Promotor di Alfredo Cazzola, recentemente acquisita dai francesi di Gl Events). Così l’assessore alle Attività produttive della Regione, Duccio Campagnoli, immagina il futuro prossimo della Fiera di Bologna, facendo intendere di fatto che considera esaurito il ruolo delle associazioni di categoria, che oggi detengono poco più del 40% delle quote dell’expo. Insomma, è finito il tempo in cui si coltivava “l’orto di casa”, e’ ora di guardare oltre, anche fuori dai confini nazionali. E per la Fiera l’assessore lancia la “formula Hera”. “Si sta affermando un modello nuovo- spiega Campagnoli a margine della conferenza stampa di presentazione di Autopromotec- nel quale il territorio e’ presente con le sue istituzioni. Per il resto bisogna aprire il capitale a chi porta risorse e idee”. Affermazioni che arrivano nel bel mezzo del dibattito sul riassetto delle partecipazioni nell’expo, che ha visto la fuga in avanti di Legacoop, intenzionata a passare le proprie quote ad imprese che fanno capo all’associazione come primo passo di un’ulteriore crescita del sistema cooperativo nell’azionariato della società. “Questo e’ il momento in cui la Fiera sta riorganizzando il suo assetto- prosegue l’assessore- quando sarà chiara questa parte, allora l’attenzione si sposterà verso l’ingresso di altri investitori. Questa e’ la formula vincente”. E Campagnoli non ne fa nemmeno di una questione di italianità. “Assolutamente no”, scandisce. Nel frattempo, la nascita di Unindustria (il via libero definitivo è atteso il 31 maggio con le assemblee dei soci di Api e Confindustria) rappresenta una novità non di poco conto, che potrà avere riflessi anche sull’expo, visto che con l’accorpamento delle partecipazioni la nuova associazione avrà più del 13% delle quote. “E’ un fatto importante in se’- osserva l’assessore, confermando tra l’altro che si sta lavorando sull’ingresso della Regione (RIPETIZIONE CORRETTA: della Regione) nel capitale sociale- finalmente si cresce. Ma e’ importante anche per il ruolo che industriali possono svolgere nella Fiera”. Campagnoli mette poi una pietra tombale sull’ipotesi Borsa. “E’ qualcosa- dice- detto a suo tempo, ma non sempre le cose che si dicono vanno in porto. Tecnicamente parlando, vedrei meglio gli aumenti di capitale che non l’ingresso in Borsa”, come sistema per favorire l’ingresso di nuovi azionisti. Ipotesi non all’ordine del giorno per il momento. Per l’amministratore delegato di Bologna Fiere, Michele Porcelli, “prima si definiscono gli assetti societari, meglio e'”. E comunque “per un amministratore sapere che ci possono essere dei soggetti interessati all’azienda non puo’ che essere motivo di soddisfazione, è un riconoscimento per la gestione”. Per il resto, sottolinea, “la Fiera va bene, le manifestazioni hanno successo”. Presto, inoltre, cominceranno i road show per la presentazione del SaieSpring (primo appuntamento a Bari il 28 maggio), la contro manifestazione organizzata da Bologna in risposta allo scippo del SaieDue da parte di Milano. Che ne è stato della proposta di collaborazione lanciata da Claudio Artusi, ad delle fiera meneghina? “Non so se e’ una boutade o meno- risponde Porcelli- so solo che il nostro paese ha bisogno di fare sistema, politiche fieristiche basate sulle specializzazioni”. Dopodomani il cda della Fiera di Bologna si riunirà per l’approvazione del bilancio 2006. “E’ un bilancio positivo- fa sapere l’ad- ma anche l’anno in corso sta andando bene”. E per l’estate dovrebbe essere pronto lo studio dell’alleanza con Rimini.