Rassegna stampa

Cagnoni: il lavoro comincia adesso

Se i capricci burocratici avessero ritardato ancora una volta l’inaugurazione del Palacongressi, il bilancio del 2011 di Rimini sarebbe stato triste. Invece lo scorso 15 ottobre le porte di uno dei più innovativi centri congressi europei – costato 117 milioni per il quale sono stati necessari quattro anni di lavoro – sono state aperte. E per il 2012 si punta tutto su di lui. «Quest’anno – è la previsione del presidente Lorenzo Cagnoni – è evidente che ci leccheremo qualche ferita, ma riusciremo a darci una spinta in avanti e riusciremo a trovare le capacità di reazione a questa crisi. Ora inizia la scommessa più importante, che ci dovrebbe portare a realizzare un business con cifre molto diverse dal passato, mettendo in campo una qualità e un livello di servizi in chiave internazionale. È chiaro che il lavoro comincia adesso».
Sebbene Rimini Fiera sia uno dei quartieri più redditizi d’Italia, è difficile essere ottimisti: nel 2011 la perdita d’esercizio è stata di 1,3 milioni, a fronte di una chiusura con un utile netto di 2,2 milioni dell’anno precedente; il preconsuntivo si assesta intorno ai 70 milioni di ricavi (contro un volume d’affari di 79 milioni del 2010), realizzati attraverso la vendita di circa 1,2 milioni di metri quadri, la partecipazione di 8.337 espositori e circa 1,7 milioni di visitatori. Il debito del gruppo, accumulato per gli investimenti sulla nuova Fiera, continua a scendere: dagli oltre 29 milioni del 2010 oggi è passati sotto quota 24,7 milioni. I conti dell’expo romagnolo sono in linea con l’andamento economico di tutto il Paese, con questo filo che tiene legato saldamente il quartiere alle piccole media imprese nostrane.
«In questo momento – fa notare Cagnoni – gli studi ci dicono che sempre più imprese stanno puntando all’estero e questo ci porta ad avere maggiore fiducia per il futuro, dal momento che crescono le nostre proposte di livello internazionale. Sappiamo però che il conto economico di queste imprese è in sofferenza e il rapporto con le banche, per ottenere finanziamenti per investimenti, è sempre più difficoltoso. Questo purtroppo costringerà molti imprenditori a ridurre il più possibile le spese per la partecipazione ad eventi fieristici». A lungo andare questa tendenza, anche per chi ha le spalle coperte come la Fiera riminese, rischia di diventare insopportabile: «Dobbiamo resistere – insiste il presidente – ma modificando i nostri prodotti, sempre più in chiave internazionale. Continueremo ad investire e questo ci porterà ad un’ulteriore riduzione dei margini, sperando che questa tendenza non duri in eterno».
Mentre il board della fiera sta perfezionando le ultime fasi prima di firmare un accordo per realizzare una manifestazione su più mercati esteri contemporaneamente, prendono il via nei prossimi mesi tre nuove iniziative: mantenendo fede alla vocazione turistica del territorio romagnolo, Rimini Fiera promuove a maggio a Firenze “Art&Tourism”, la fiera sul turismo d’arte; in collaborazione con il Coni sarà proposta una manifestazione sull’impiantistica sportiva in occasione di “Sportsdays”; prenderà poi il via “Climahotel”, un evento sull’efficienza energetica negli alberghi. Tornano nel 2012 le fiere biennali, oltre a Sigep (il salone internazionale della gelateria e pasticceria), Tecnargilla e Technodomus in un momento in cui gli scenari parlano di un rilancio del comparto dell’edilizia.
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