
Caccia aperta ai frutti rari
Ciao. Ah eccoti! Eccoci qua! Hai visto? Anche quest’anno: però! Sono riusciti a far venire anche Torre, in persona, ma sì, lui, da Milazzo.
Così ci si incontrava, venerdì mattina, sulle mura di Lucca alla 5ª edizione di «Murabilia – mostra mercato del giardinaggio amatoriale».
Gli stessi, sempre gli stessi da vent’anni e più, si incontrano a tutte le fiere, tutte le mostre, tutti i concorsi di fiori e piante e ancora non cambia la voglia e la capacità di stupirsi, né il gran piacere di scoprire, ancora, qualcosa di sconosciuto anche in un campo tanto a lungo solcato. E questo è uno degli innegabili meriti di quegli eventi che a volte ci sembrano eccessivi. In effetti, da qualche anno a questa parte, al primo segno di primavera, e a ogni fine d’estate, le mostre mercato di fiori e piante per amatori o rare o insolite, inseguono quelle dedicate al giardinaggio amatoriale o di qualità, che dir si voglia. E poiché lo zoccolo duro di quel tipo di vivaismo non può moltiplicarsi con la rapidità del creatore di eventi orticoli, finisce che molti di loro siano diventati, come l’ora di inizio spettacolo alla Scala, una certezza su cui far conto. Certi di trovare i nostri beniamini, lì, là, costì, costà: ovunque sventoli il vessillo della pianta insolita. «Sempre i soliti, sempre gli stessi, che ci vado a fare?», mugugna il pessimista che non sa che, proprio alla sua conquista, è dedicato vuoi il lavoro di chi organizza cercando partecipanti di valore, vuoi di chi lavora tutto l’anno alla coltivazione di una certa specie o all’arricchimento di una collezione botanica.
«Forse ho trovato una fonte per i semi di Primula palinuri», mi dice chi cura il vivaio Fenix (via de Gasperi 32, Fraz. Villa Raverio, 20150 Besana Brianza, Mi, tel. 0362942156) che, questo anno, si è presentato sulla scena con una bellissima collezione di Campanule. Primula palinuri, una delle bellezze della nostra flora protetta; una primula scesa al sud con l’avanzare dei ghiacciai, sì è adattata al nuovo, caldo, clima del Cilento, mascherandosi da pianta mediterranea. Difficile da riprodurre, ma almeno Fenix ci prova. Ed è certo merito di eventi come «Murabilia» (baluardo S.Regolo, Via del giardino botanico 4, Lu, dalle 10 alle 18.30, tel. 0583442160) o i prossimi «Giardino di Delizia» a Bogliaco di Gargnano ( il 10 e l’11 settembre, www.ilgiardinodidelizia.it) o «Giardini in Fiera» a S.Casciano Val di Pesa (dal 16 al 18 settembre, tel. 055829301), se si ha modo di incontrare personaggi come Alan Butler, responsabile del vivaio Brookside Nursery (via della Campana, 00048 Nettuno Roma, cell. 3356159058), con una collezione di sansevierie da ingolosire ogni portineria. Da noi, per anni, file di una sola specie di sansevieria, erano visibili solo nelle portinerie, a volte nell’androne delle suore o in parrocchia nei giorni quaresimali dedicati ai "sepolcri". Altrove si fondava la International Sansevieria Society con il suo periodico quadrimestrale. Ormai entrate, anche in Italia, nei ranghi delle "bruttine ritrovate", hanno i loro ammiratori storditi dalle diversità di forme che una specie può assumere. I vivai Belfiore (loc. S.Ilario, Lastra a Signa, Fi, tel. 0558724166), sono l’incubo delle giurie perché in ogni manifestazione, sono stati già premiati per le loro collezioni di frutta antica e no: un altro premio sembrerebbe favoritismo, un non premio cecità. Nota la loro collezione di fichi, sembra un dipinto del Bimbi la loro collezione di prugne, susine e mele, ma tante uve da tavola e sane come quelle esposte in questi giorni non son facili da trovare.
Rara da noi, la sultanina rosa con il suo piccolo chicco ovale, si coltiva, come la nera, anche nelle nostre regioni settentrionali; la sua sorella bianca, solo al sud. Da loro si trova la salamanna, e il moscato d’Amburgo diffuso anche negli orti del nord o il moscato dell’Adda che matura a settembre, quando anche al nord fa ancora caldo, e non ha da temere i primi raffreddamenti dell’aria. Da loro si trova anche il chasselas che, se richiesto altrove, ti guardano come una mentecatta. C’è il chasselas reale rosa, squisito, con i chicchi rotondi, di un rosa antico. E il chasselas doré. È un vitigno di origine della svizzera francese ed era coltivato sia come uva da tavola, che come uva da vino. Che non si pensi di farne una pergola, perché i grappoli, all’ombra, prenderebbero tutte le malattie possibili. Interessante osservare quella collezione suddivisa per regioni di provenienza, così da facilitarne la coltivazione.
Mentre si parla di vitigni sulle mura di Lucca, ritorna in mente il bellissimo lavoro di restauro del sistema dei muri a secco fatto nei vigneti di Lamole, nel Chianti, arriva anche la notizia del progetto di portare sotto l’egida del’Unesco, quale patrimonio dell’umanità, i 2.500 km di vigneti terrazzati della Valtellina. Una misura apparentemente incredibile, che racconta la vastità di un impegno, colturale e culturale, per una pianta capace di darci, sia quel leggero stordimento che induce alla complicità con la parola, con i sensi o col sonno, sia il tormento.
Ci sarebbe così tanto da dire ancora, molto sui più giovani, o sui soci Adipa e le loro rarità, sulle piante da orto mai viste prima, e sulla enorme pianta erbacea che si sa cresce in Sicilia con enormi foglie e grandi fiori blu che ricordano quelli della salvia, messa al centro del Vivaio Eufrasia Burzio (strada Visone 16-10024 Moncalieri To, tel. 0116812950). Niente a che fare con la salvia, dicono al vivaio Torre (via Palmare 98057, Milazzo, Me, tel. 0909229448), che conosce da anni questa pianta originaria del Madagscar, una Acantacea, denominata Brillantasi, che a Milazzo si comporta come perenne e a Ischia come annuale.