Rassegna stampa

Bolognafiere È Porcelli il nuovo a.d.

Le polemiche sembrano essere state superate. Il consiglio d’amministrazione di Bolognafiere, presieduto da Luca di Montezemolo, ha infatti insediato all’unanimità Michele Porcelli, milanese, ex direttore di Assolombarda, al vertice della società. È lui il nuovo amministratore delegato, al posto del dimissionario Luigi Mastrobuono, che Montezemolo ha nominato vicedirettore di Confindustria. Proprio questo ´passaggio’ aveva suscitato perplessità e critiche. Ma Montezemolo sembra essere riuscito ad appianare i contrasti e alla fine la scelta di Porcelli è stata approvata. Ieri l’ex direttore di Assolombarda ha preso possesso del suo nuovo ufficio. Alle spalle le polemiche, quindi? ´Si è trattato di vicende fisiologiche in ogni azienda, adesso occorre concentrarsi sul prodotto fieristico perché la concorrenza è agguerrita’, ha risposto il neo a.d. ´Perciò dobbiamo migliorare e aumentare l’offerta, monitorare i costi, far crescere le sinergie col territorio perché le fiere del futuro saranno sempre più intrecciate a eventi e quindi bisogna che ci sia una collaborazione molto stretta con le realtà locali’. Tra gli obiettivi prioritari, secondo Porcelli, ´bisogna eccellere sui mercati, non solo nazionali. Quindi guai a rinchiuderci, al contrario mi propongo di spingere l’acceleratore sull’internazionalizzazione per spostare ancora più in là la frontiera del nostro business’. Per internazionalizzarsi non si possono avere infrastrutture arretrate, perciò Bolognafiere ´sarà protagonista del processo di realizzazione delle infrastrutture che consentano a Bologna di essere concorrenziale con le aree più avanzate dell’Europa’. Anche il processo di privatizzazione della società fieristica favorirà l’internazionalizzazione: ´La fiera è una spa e quindi possiede l’agilità necessaria per operare sui mercati, anche per questo il processo deve trovare gli sbocchi appropriati’, ha aggiunto Porcelli. Inoltre è aperto il problema delle alleanze, in primo luogo con Rimini: ´Rimini è un’opportunità per Bologna e quindi dobbiamo metterci attorno a un tavolo e ragionare su che cosa è conveniente per entrambi. Le soluzioni che troveremo dovranno rafforzare la proposta fieristica dell’Emilia-Romagna anche nei confronti di Milano, rispetto alla quale è assurdo parlare di guerra, preferisco definirla una concorrenza costruttiva’. Da parte sua, il vice-presidente di Bolognafiere, Luigi Marino, ha sostenuto che ´si tratta di una fiera cooperativa, in cui non c’è un padrone che dice come si deve fare né una golden share, si deve cercare di integrare persone e strategie perché la fiera viva della sua ricchezza pluralistica’. (riproduzione riservata)

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