Rassegna stampa

Bologna pronta ad acquisire rassegne in Cina e Stati Uniti

BOLOGNA
La Fiera di Bologna si prepara alle sfide future con una solida struttura finanziaria, una drastica riduzione dei costi e con la volontà di crescere all’estero. La strategia, messa a punto dal nuovo amministratore delegato, Federico Minoli, con il piano industriale 2009/2011, ha ottenuto ieri il via libera da parte del consiglio di amministrazione. Parere favorevole anche all’aumento di capitale per 15 milioni di euro, indispensabile per ridurre l’indebitamento in vista di «tempi duri» per il settore fieristico. L’operazione, che aveva suscitato qualche perplessità tra i soci privati (più favorevoli a uno spin off immobiliare), verrà sottoposta alla prossima assemblea per l’approvazione definitiva, entro l’inizio di giugno. «I soci decideranno autonomamente. L’assemblea è sovrana», precisa il presidente, Fabio Roversi Monaco. «Ci riserviamo di esprimere una decisione, nella prossima assemblea, rispetto alla nostra sottoscrizione», commenta prudentemente Gaetano Maccaferri, presidente di Unindustria Bologna, tra i soci privati con in portafoglio una quota di circa il 9 per cento.
Complessivamente, nell’arco del piano industriale, vi saranno 8 milioni di risparmi e 26 di investimenti. Parte di queste risorse serviranno per sviluppare il processo di internazionalizzazione di BolognaFiere. In particolare 3 milioni di euro verranno impiegati per acquisire fiere estere. Sono già in corso trattative per fare shopping in Cina, nei settori della cosmetica, delle costruzioni e della moda; in Russia, nei settori della moda e dell’arte; negli Stati Uniti, nel comparto della cosmetica. Il gruppo espositivo emiliano, come spiega Minoli, sta guardando con interesse anche al Medio Oriente. Tra i progetti, inoltre, quello di coinvolgere in una società di sviluppo all’estero altre fiere italiane, a iniziare da quelle dell’Emilia Romagna, dove con Rimini da tempo sono in corso trattative. L’obiettivo è di incrementare il fatturato proveniente dall’attività internazionale che nello scorso anno ha raggiunto i 35 milioni di dollari.
Via libera in Emilia Romagna anche al bilancio 2008 della Fiera di Parma che chiude l’esercizio con un giro di affari di 26,4 milioni di euro e un Ebitda di 4,3 milioni. Un bilancio, commenta una nota della società che «consente di guardare con serenità agli investimenti previsti per il prossimo biennio». Tra i punti di forza l’accordo recentemente raggiunto con la Fiera di Milano, che apre la prospettiva di forti sinergie. L’intesa, sul fronte delle manifestazioni nel settore alimentare, prevede negli anni pari lo svolgimento a Parma di Cibus, mentre a Milano, in collaborazione tra i due enti espositivi, si svolgerà Tuttofood.
È polemica invece verso la decisione di organizzare a Bologna, a iniziare dal prossimo anno, Pasta Trend, il Salone della pasta, dei sughi e della gastronomia. Un ordine del giorno in cui si parla di «concorrenza sleale» è stato presentato in proposito dalla maggioranza nel Consiglio comunale di Parma. Dai vertici di Bologna Fiere si precisa che Pasta Trend non è organizzata, ma solo «ospitata», dall’ente espositivo del capoluogo emiliano e «non intende porsi in competizione con Cibus».

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