
Bologna investe sulla Cina
«Non vogliamo la fiera più grande, ma la più grande fiera». Con questo slogan Michele Porcelli, amministratore delegato di Bologna Fiere, sintetizza la strategia industriale che muove la società bolognese. «Il punto – dice – non è avere più spazi, ma riempirli e renderli economicamente produttivi». Con 180mila metri quadri di spazi espositivi coperti, destinati a diventare duecentomila entro il 2008, la Fiera di Bologna ritiene di essere in grado di competere ai massimi livelli, puntando su uno standard qualitativo particolarmente elevato e rafforzando la propria leadership nei settori dove tradizionalmente è forte.
Il 2005 è stato un anno d’oro, in cui i ricavi stimati sono saliti a 117 milioni di euro circa, con un incremento del 45% sull’anno precedente. «Per il 2006 – dice Porcelli – ci poniamo l’obiettivo di consolidare la crescita e di metabolizzarla, anche facendo sì che il gruppo, che comprende anche la Fiera di Modena e la Fiera di Ferrara, diventi veramente tale, dando luogo a sinergie e integrazioni. Inoltre vogliamo proseguire sulla strada dei nuovi eventi, potenziando in particolare l’agro-alimentare e studiando nuovi comparti. Fra i settori di punta c’è l’area bellezza, il benessere e ci sono iniziative allo studio sul fronte dell’intrattenimento». Bologna è inoltre impegnata a crescere all’estero: «È in fase avanzata un progetto di acquisizione di una grossa iniziativa nel campo della cosmesi in Cina, con un nostro partner. In parallelo ci sono altre iniziative a cui stiamo lavorando, senza dimenticare che siamo già presenti in realtà come il Nord e il Sud America, la Russia e ancora la Cina nella cosmesi, nell’edilizia, nella pelle».
Insomma molta carne al fuoco (75 sono gli eventi ospitati dal gruppo, fra Italia ed estero), anche per non perdere terreno mentre la competizione si fa sempre più agguerrita, con un concorrente colosso come Milano che, ad esempio, ha deciso di entrare anche nel business delle fiere dell’edilizia e costruzioni.
«Siamo consapevoli che il mercato diventa sempre più turbolento – sottolinea Porcelli – ma siamo anche convinti che, nel nostro campo, si vive di specializzazioni e Bologna è la sede per eccellenza dell’edilizia, un settore dove vanta una solida tradizione. Gli stessi organizzatori di Cersaie, Saie due, Europolis hanno detto che è meglio tenere le diverse manifestazioni separate, piuttosto che concentrare tutto in una sola iniziativa. Tra l’altro la somma della superficie espositiva di queste manifestazioni a Bologna, compresa Saie che è nostra, è superiore a qualsiasi altra».
Per migliorare la qualità dell’offerta Bologna Fiere sta potenziando le sue forze nell’area dei servizi, dove ha messo in campo due società per allestimenti e catering. Sul fronte infrastrutturale invece oltre ai 20mila metri quadrati in più per le manifestazioni (60 milioni di investimento), è in cantiere in project financing un mega parcheggio per 7.500 posti auto, anch’esso da completare entro il 2008.
«Per gli investimenti in infrastrutture però – conclude l’a.d. – devo lamentare una forte disparità di trattamento verso di noi a livello nazionale. Anche l’ultima Finanziaria ha stanziato ingenti risorse per Milano e per alcuni quartieri minori, nulla invece per noi. In Parlamento non è passato un emendamento per distribuire risorse a tutti i quartieri fieristici italiani. È un atteggiamento discriminatorio, che altera la concorrenza e che ci lascia amareggiati. Fortunatamente la città di Bologna sta recuperando dei ritardi ed è in dirittura d’arrivo il completamento del casello dell’autostrada dedicato alla Fiera. Restano però i nodi annosi della stazione ferroviaria e del passante autostradale».