
Bologna contro Milano per la Fiera dell’edilizia
BOLOGNA – L’annuncio dato da Fiera Milano di voler avviare, a partire dal 2007, una maxirassegna dell’edilizia ha avuto a Bologna un effetto deflagrante. Il polo espositivo emiliano è infatti leader nel comparto delle costruzioni, con manifestazioni quali Saie (in corso di svolgimento), Cersaie, Saiedue, LaterSaie ed Europolis. L’iniziativa milanese è stata quindi vista come una minaccia diretta a questa leadership.
L’a.d. di BolognaFiere, Michele Porcelli, ha ricordato come quella del capoluogo emiliano sia la «madre di tutte le fiere» nelle costruzioni, con rassegne che complessivamente raggiungono i 650mila metri quadrati di superficie espositiva, con oltre 400mila visitatori professionali l’anno.
Ieri, poi, le associazioni confindustriali del settore edile coinvolte nella realizzazione delle manifestazioni hanno inviato una lettera al presidente di BolognaFiere, Luca Cordero di Montezemolo, e ai rappresentanti delle istituzioni regionali e cittadine, perché «diano un segnale forte» che riaffermi la centralità di Bologna «come polo dell’edilizia italiana».
Nella lettera Paolo Lombardi, Franco Vantaggi, Pietro Gimelli, Angelo Artale, direttori generali rispettivamente di FederlegnoArredo, Assopiastrelle, Uncsaal, AndilAssolaterizi, si dicono «stupiti» dell’iniziativa milanese, motivata dalla volontà di far concorrenza alle grandi manifestazioni europee. Il sistema bolognese, sostengono, rappresenta già la risposta italiana vincente in Europa. Per questo le imprese del comparto non avvertono la necessità di un’altra fiera. Anzi «in un momento congiunturale, come l’attuale, l’industria italiana del building non può accettare di disperdere risorse in un nuovo appuntamento espositivo». Il maxicontenitore milanese, poi, sarebbe «generalista» e non in grado di soddisfare l’esigenza di un’offerta espositiva specializzata.
«Nel 2007, come Associazione, non saremo a Milano», commenta Angelo Artale. Ma i vertici di Fiera Milano Spa riconfermano la volontà di dare vita all’iniziativa, ricordando che questa esigenza è emersa dalle imprese e non dalle associazioni titolari dei quattro saloni bolognesi.