Rassegna stampa

Blitz in Fiera contro i falsi dalla Cina

MILANO – Il danno e la beffa. É quello che hanno pensato gli ingegneri della Grohe, azienda lombarda che produce rubinetti, quando ieri visitando il padiglione sette della “Mostraconvegno” alla Fiera di Milano, quello dedicato agli espositori orientali, hanno visto in bella mostra i propri prodotti. Con una differenza: erano made in China, ed era cinese l’azienda che li esponeva.

Una scoperta non isolata che in breve ha coinvolto altre aziende italiane presenti in Fiera e che si è conclusa con una denuncia alla Guardia di Finanza. A scoprire la contraffazione, oltre alla Grohe, almeno altre due aziende: una di queste è la Pedrollo Spa (si veda l’articolo sotto) che fabbrica pompe. Come dire che l’attitudine cinese a copiare il made in Italy copre, in questo caso, tutto l’arco della produzione manufatturiera.

Un attacco a muso duro inedito nelle proporzioni. «Non è la prima volta – dice Donato Pasquale, amministratore delegato della Grohe – che in occasione di una fiera facciamo questo genere di scoperte. É accaduto due anni fa a Milano e più di recente a Colonia. É la prima volta però che il fenomeno coinvolge un numero tanto vasto di espositori orientali».
Così in poche ore gli ufficiali del comando provinciale della Guardia di Finanza hanno sequestrato i prodotti segnalati dai periti delle aziende. Bocche cucite sul numero di pezzi sequestrati, le indagine sono ancora in corso e non è escluso che, nei prossimi giorni, ci possano essere nuove operazioni. Anche sulle denunce, di nomi non ne circolano. Si sa che la Pedrollo avrebbe denunciato tre società, più di una quindicina le denunce della Grohe.

Una vera e propria offensiva quella delle Fiamme Gialle che mette a frutto un’esperienza consolidata negli ultimi tre anni: esattamente dal 2001, spiegano dal Comando generale della Guardia di Finanza, da quando nel 2001 un decreto ne ha ridisegnato i settori d’intervento affidandogli i compiti di polizia in campo economico e finanziario. E soprattutto da quando le direttive 2003 e 2004 del ministero del Tesoro hanno delineato gli obiettivi strategici di tutti i centri di responsabilità amministrativa che dipendono dal dicastero di Tremonti. Viene così specificato che nell’area extra tributaria la Guardia di Finanza «sarà impegnata in particolare ad adottare un’incisiva attività di contrasto alla contraffazione di marchi e alla pirateria di audiovisivi» attraverso un impegno che nel linguaggio della burocrazia viene definito di “350mila ore-persona”, ovvero massima priorità e massimo sforzo.
E cresce l’attenzione verso questi reati anche da parte dei Carabinieri, sulla scia delle competenze maturate in questi anni dal comando anti-falsificazione monetaria.

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