Rassegna stampa

«Bisogna accelerare sulla vocazione internazionale»

Gli imprenditori si sentono soli. Proprio per questo il lavoro di rappresentanza di Confindustria assume un’importanza maggiore. Ci serve una voce interna forte e, allo stesso tempo, un interlocutore esterno che sia disponibile ad ascoltarci». Nell’incipit di Luca Cielo, presidente della Piccola Impresa Veneto, si riassumono tutte le aspettative del territorio sulle Assise di Confindustria e il successivo confronto con le forze politiche.
Quali istanze porterete?
Quelle delle imprese, dell’asse portante del Paese che deve essere ascoltata. Perché quello che giova all’impresa giova al Paese. Oggi l’Italia cresce troppo poco. Le aziende che lavorano sul mercato interno sono ferme, mentre quelle che vanno all’estero vanno benino. Bisogna spingere sull’internazionalizzazione, ma bisogna farlo in modo sistematico.
Cosa manca nel sistema attuale?
Un progetto complessivo e organizzato. Nelle grandi fiere internazionali l’Italia è presente con l’Ice, con le Regioni, con le Camere di Commercio. Tante singole iniziative, indipendenti una dall’altra e non coordinate, mentre servirebbe invece un progetto condiviso e forte. Confindustria Veneto, per esempio, sta cercando di fare sistema con un progetto che va fuori regione e fuori Paese. Insieme a Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Croazia, Carinzia e Stiria, infatti, sta costituendo un network di scambio e di confronto tra associazioni di rappresentanza di imprese. L’obiettivo è creare una grande piattaforma logistica tra aree che hanno in comune una grande vocazione manifatturiera e una posizione strategica.
Un progetto che avete portato a Bruxelles…
Sì, e per il quale abbiamo raccolto una grande disponibilità. Adesso però abbiamo bisogno della risposta del Paese su temi fondamentali per la sopravvivenza delle imprese. La riforma fiscale, per cominciare. Serve infatti un sistema meno pesante per lavoratori e imprese. Bisognerebbe passare da imposte dirette a indirette, lavorare sull’aliquota Iva, trovare risorse attraverso la tassazione delle rendite finanziarie. Poi c’è il tema pesante della semplificazione. Molto è stato fatto, certo, ma moltissimo c’è ancora da fare. Per non parlare poi dell’accesso al credito, della necessità di investire in innovazione e di poter godere di infrastrutture adeguate a un Paese che vuole ancora produrre ricchezza.
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