Rassegna stampa

Basilea: segnali di fiducia per orologi e gioielli

Un tentato furto di gioielli per 8,5 milioni di euro di gioielli ha fatto riaccendere i riflettori su Baselworld, il Salone mondiale di orologi e appunto gioielli. Il furto in realtà non è riuscito, il ladro che ha infranto le vetrine è stato acchiappato poco fuori dalla fiera. Ma in questo modo si è ricominciato a discutere del Salone di Basilea anzitempo, cioè prima della sua chiusura, avvenuta ieri.
Ma Baselworld avrebbe in ogni caso fatto parlare di sé, perché questa 37ma edizione era molto attesa e dopo otto giorni gli operatori del settore aspettavano con impazienza il bilancio della manifestazione. Le cifre finali mostrano una flessione delle presenze, ma non di dimensioni enormi, come invece molti temevano. I visitatori sono stati circa 93mila, il 12% in meno rispetto all’anno scorso. Gli espositori, il dato è confermato, sono stati 1.952, contro i 2.087 di dodici mesi fa. «Sono state superate le attese degli espositori, è stata una settimana positiva nonostante il clima economico complessivo – ha spiegato Sylvie Ritter, direttore di Baselworld – Vi sono stati ordini da parte di acquirenti del mondo intero, gli stock dei dettaglianti adesso si stanno ricostituendo. Il Salone ha permesso di ricreare fiducia tra i produttori e i rivenditori».
E di fiducia in questo settore particolare c’è indubbiamente bisogno. Dopo quattro o cinque anni di forte espansione, l’industria degli orologi ha registrato nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno una marcata contrazione. Se si guarda ai dati dell’export svizzero – termometro interessante perché l’industria elvetica rappresenta il 50-60% del fatturato mondiale – nei primi due mesi del 2009 la contrazione è stata del 22% rispetto al 2008. A soffrire di più stata l’ampia fascia media di prodotto, mentre hanno perso meno terreno i due estremi del mercato: i prodotti a prezzi molto bassi e i prodotti a prezzo alto, quelli della gamma alta.
Nel mese di marzo, queste le prime indicazioni di molti produttori, le cose sono andate un po’ meglio, ma è chiaro che quest’anno non sarà possibile ripetere i record di vendite degli ultimi anni. In questo quadro Baselworld era una cartina di tornasole ancor più sensibile del solito e il primo giorno del Salone aveva già dato qualche speranza sulla resistenza del settore, con presenze abbastanza numerose nonostante tutto.
«Chi ha esposto al Salone è ripartito rinfrancato da Basilea – ha detto Francois Thiébaud, presidente degli espositori svizzeri a Baselworld – Credo che la prossima fase ci permetterà di uscire dalle cifre negative dei primi due mesi dell’anno».
Secondo Thiébaud, la caduta complessiva delle vendite dovrebbe gradualmente fermarsi ed alla fine del 2009 il saldo negativo su base annua dovrebbe essere più limitato rispetto a quello emerso in questo avvio d’anno. «Se si parla di export svizzero di orologi – ha aggiunto Thiébaud – penso che la flessione potrebbe trovare limiti nei prossimi mesi, alla fine dell’anno la contrazione potrebbe forse essere del 10-15%, quindi ben al di sotto della percentuale di gennaio e febbraio».
In questi mesi vi sono state riduzioni di produzione e posti di lavoro, ma contenute. Dal Gruppo Swatch, leader nel settore, sono venuti segnali di ottimismo. Da Rolex, marchio di primo piano, sono arrivate indicazioni positive in apertura di Baselworld. Se le lancette davvero gireranno sul mercato come hanno fatto nel Salone appena chiuso, allora la crisi nel settore alla fine morderà meno di quanto molti analisti avevano previsto.

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