
BALZO IN AVANTI DI CREMONAFIERE
Aumento della superficie espositiva coperta e impennata del fatturato. Il presidente Piva fa una panoramica sulle manifestazioni storiche – a partire dalla Internazionale del bovino da latte – e su quelle in cantiere o sulla rampa di lancio. Gaetano Menna Antonio Piva, presidente di CremonaFiere, ci riceve presso l’ufficio romano dell’ente fieristico. Con grande disponibilità fa il punto sulle iniziative fieristiche in atto e su cosa bolle in pentola. Piva – agricoltore e dirigente della Libera Associazione Agricoltori di Cremona – proprio recentemente è stato riconfermato al timone dell’ente fieristico. Risultati davvero eccellenti sono stati conseguiti sotto la sua guida manageriale. «C’è stata – ci dice – una crescita esponenziale di CremonaFiere sia a livello strutturale, perché abbiamo aumentato la superficie espositiva coperta di oltre 20 mila mq, sia a livello economico con un aumento del fatturato complessivamente del 38% in due anni». C’è da essere davvero soddisfatti Prosegue Piva: «I risultati conseguiti sono davvero considerevoli; anche perché con la crisi in atto nel sistema fieristico italiano è già importante non retrocedere nel fatturato. A Cremona stiamo registrando risultati in controtendenza, forse anche perché – spiega Piva – abbiamo puntato ed investito molto sulla internazionalizzazione. Infatti abbiamo potenziato le nostre manifestazioni a carattere internazionale, che siano la “Fiera del Bovino da latte” o “Mondomusica”, portando per quella zootecnica ad un incremento di oltre il 20% delle presenze di operatori e di visitatori provenienti dall’estero. “Mondomusica” – che è sempre stata la manifestazione fieristica più internazionalizzata – quest’anno toccherà il 56% di espositori ed il 35% di visitatori esteri». «Tutto ciò – commenta Antonio Piva – è stimolante e ci spinge a lavorare su altri “prodotti” fieristici… stiamo valutando e studiando un paio di nuove manifestazione sempre legate al mondo agricolo ed agroalimentare, con l’intento di intensificare e di andare a completare il panorama sulle filiere zootecniche che si è arricchito della rassegna “Suinitalia”. Il salone “Cremona Suino” era presente nella “Fiera Internazionale del Bovino”, l’abbiamo scorporato ed abbiamo creato “Suinitalia”, manifestazione – realizzata in accordo con la Fiera di Reggio Emilia – destinata a crescere, e già vicina al “break-even” dalla seconda edizione. La prima edizione si è svolta a Reggio Emilia, la seconda a Cremona. Abbiamo in cantiere poi un’altra manifestazione, attualmente in fase di valutazione, legata al mondo delle carni ed alla loro valorizzazione; si tratta di una fiera nuova che comprende l’intera filiera delle carni dalla fase allevatoriale sino alla grande distribuzione ed al consumatore finale. Nella nostra “mission” è sempre presente la valorizzazione del prodotto». Al di fuori del mondo agroalimentare si sta pensando poi ad una impegnativa ed originale rassegna sulla Comunicazione. Capacità di puntare su soluzioni originali Il presidente di CremonaFiere ci tiene a sottolineare come si sia “inventori” del proprio prodotto fieristico. «Nella nostra filosofia non c’è assolutamente né la volontà, né la tendenza di copiare manifestazioni già in essere all’interno del sistema fieristico italiano. Noi abbiamo le strutture, ovvero la “location”, ma in più abbiamo il prodotto brevettato e prodotto in casa. Si sa benissimo che anche una manifestazione indovinata prima dei 3-5 anni non riesce a raggiungere il “break-even”; ciò vuol dire investire, riuscire ad ammortizzare le perdite. Quindi per Cremona è davvero un grandissimo sforzo puntare sull’originalità. Per fortuna le nostre manifestazioni hanno cominciato a dare soddisfazioni economiche ed i bilanci sono in pareggio». BonTà, un modello indovinato «Anche sull’agroalimentare abbiamo, con successo oserei dire, lanciato una manifestazione che è il “BonTà” che ha una sua caratteristica particolare in quanto è una manifestazione in cui siamo andati a recuperare la distribuzione del prodotto a livello di negozi tradizionali, ristorazione; con grande sorpresa abbiamo scoperto che la Grande Distribuzione, invece, nelle due edizioni che abbiamo fatto della rassegna è sempre stata presente ed ha avuto parecchi contatti con gli espositori presenti. Quindi è un modello indovinato; abbiamo portato le eccellenze dell’agroalimentare, che non sono eccellenze di nicchia – dove alla fin fine si presenta il bel prodotto ma non c’è un volume di produzione adeguato (ndr: cioè atto a sostenere la penetrazione sul mercato) -. Siamo andati a mirare ed a ricercare quelle eccellenze di cui c’è una produzione che permetta una certa commercializzazione. Pensavamo che, con il negozio tradizionale, la ristorazione, la regalistica, avessimo completato il cerchio di interessi invece ci siamo accorti che la grande distribuzione anche lei ha partecipato e permesso alle aziende di fare business» anche in questo importantissimo canale di vendita. «Quest’anno dal Bontà ci aspettiamo molto, anche perché abbiamo idee innovative, lanciamo, ad esempio, il campionato mondiale dei formaggi. In collaborazione con Confagricoltura lavoreremo molto sull’olio perché ha un grande appeal nei mercati e questa manifestazione che ha avuto una valenza nazionale la vogliamo valorizzare a livello europeo (l’olio ha un grande appeal specialmente nella parte nord-europea); ed all’olio dedicheremo una serie di convegni e di degustazioni sensoriali». In competizione con Toronto senza trascurare Madison La “Fiera Internazionale del bovino da latte” è una manifestazione che è nata con la fiera di Cremona; è stata infatti la prima kermesse, che l’anno scorso ha compiuto i 60 anni. Ha permesso lo sviluppo di CremonaFiere, oggi cresciuta così da diventare il secondo polo fieristico della Lombardia. «E’ una manifestazione che possiamo collocare tra le prime tre fiere a livello mondiale di settore. Cremona, Madison e Toronto si contendono il rango di capitale della zootecnia internazionale. Noi sulla Fiera del bovino da latte abbiamo fatto molti investimenti, con promozione sull’estero. Un esempio di quest’anno: presenza e talk show alla Fiera di Madison nel Wisconsin, per promozionare questa nostra manifestazione agli Americani ed al mondo intero perché da Madison, in occasione della World Diary Expo, passa tutto il mondo, il Giappone, il Sud America, l’Europa». Per il Vecchio Continente c’è già stato un appuntamento specifico, con la promozione di metà settembre a Rennes. Le novità alla Fiera del Bovino da latte – spiega Piva – saranno tante, nel senso che c’è l’utilizzo dei quattro padiglioni, quindi la definitiva collocazione delle stalle nell’ultimo padiglione. Utilizzo di tutti i circa 60 mila mq coperti, più una certa metratura esterna in quanto «abbiamo una lista di attesa piuttosto lunga che, anche con la costruzione del nuovo padiglione, non si è riusciti ad evadere; manteniamo in attesa chi vuole entrare nella struttura coperta, altrimenti c’è la possibilità di utilizzare la parte scoperta». Il latte è meno “apprezzato” dell’acqua minerale Nella rassegna – conclude il presidente di CremonaFiere – ci sarà sempre una convegnistica di altissimo livello, con un’attenzione particolare sul prodotto principale su cui ruota la manifestazione, il latte; c’è molta turbolenza a livello di mercati che verrà affrontata negli Stati generali della Zootecnia. Cercando di capire come mai, ad esempio, un litro di acqua minerale ha molti meno problemi di un litro di latte ma spesso costa di più».