Rassegna stampa

Azioni in cambio di grandi lavori

EMILIA-ROMAGNA

Andrea Biondi

BOLOGNA

È destinata a cadere nel vuoto la proposta del presidente di Confindustria Bologna, Gaetano Maccaferri, che aveva indicato nella vendita delle quote possedute dalle associazioni in Fiera, Aeroporto e Interporto la chiave di volta per il reperimento di risorse necessarie alla realizzazione delle infrastrutture strategiche del capoluogo.

Secondo i calcoli del «Sole-24 Ore Centro-Nord» (si veda articolo in basso) a disposizione ci sarebbero oltre 197 milioni di euro da parte di associazioni di imprese e coop e 132 milioni dal versante pubblico (Comune, Provincia, Regione). In totale, quindi, oltre 329 milioni destinati però a restare nel cassetto perché proprio le associazioni degli imprenditori e delle cooperative del territorio affermano di non voler seguire questa strada.

L’idea lanciata nei giorni scorsi dal presidente degli Industriali bolognesi, Gaetano Maccaferri, voleva essere un modo per aggirare un’eventuale mancanza di risorse statali per il "nodo strategico" di Bologna. Un timore, quest’ultimo, iniziato a circolare dopo il faccia a faccia del 19 luglio fra il presidente della Regione, Vasco Errani, e il ministro Antonio Di Pietro che ha preso tempo fino a settembre senza dare certezze sui fondi a disposizione.

Nella proposta era contenuto inoltre l’auspicio che anche il Comune, come la Provincia e la Regione, potessero discutere sulla vendita delle proprie quote nelle società partecipate per contribuire alla realizzazione di infrastrutture strategiche per il territorio, come il metrò, il Passante nord o il People mover.

Il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, ha subito replicato dicendo di ritenere il "nodo di Bologna" «una priorità nazionale» e come tale con opere che il Governo dovrà «finanziare in quota parte». In questo contesto, come tentativo di moral suasion nei confronti dell’Esecutivo va letto anche l’ultimo incontro che Cofferati, il presidente della Regione e quello della Provincia, Beatrice Draghetti, hanno avuto con il presidente del Consiglio, Romano Prodi.

A ogni modo, nonostante l’incertezza sull’arrivo di fondi statali, sono le stesse associazioni d’impresa della provincia di Bologna a non rispondere all’appello lanciato da Maccaferri.

No comment da Legacoop, Api e Ascom, ma le altre associazioni e coop azioniste in Fiera e Aeroporto accolgono l’idea con freddezza.

«La presenza in Fiera e Aeroporto – afferma Luigi Marino, presidente di Confcooperative Bologna, oltre che presidente nazionale – è garanzia di sinergia dei programmi con le esigenze del territorio. C’è insomma anche una funzione sociale di cui Maccaferri non tiene assolutamente conto». Per Agostino Benassi, segretario di Confartigianato Bologna, «l’idea di Maccaferri è significativa come pungolo alle istituzioni, ma i capitali statali sono dovuti. È stata rifatta Torino e perché non dovrebbe esserlo Bologna che è un nodo strategico?». Sergio Ferrari, presidente Confesercenti Bologna, si augura «che la situazione possa essere risolta in maniera diversa. Anche perché, rispetto a Confindustria, possiamo avere necessità diverse, anche relativamente all’utilizzo di queste quote». Loretta Ghelfi, segretario Cna Bologna manifesta il maggior grado di condivisione della proposta. «Del resto – afferma – noi stessi avevamo lanciato l’idea di emettere "bond di distretto". A ogni modo, è importante che ci sia un convincimento generale dell’importanza delle opere infrastrutturali. E un impegno del Governo ce lo attendiamo».

a.biondi@ilsole24ore.com

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