
Arte in punta di piedi
Quanto pesa la giovane arte italiana nel mondo? Molto poco. È il risultato dell’inchiesta condotta da «ArtEconomy24» su un panel di oltre 80 esperti di fama internazionale tra curatori di museo, critici d’arte e galleristi. La creatività nostrana risulta così poco interessante fuori dall’Italia che soltanto il 25% degli intervistati ha dato risposte precise in tempo utile, mentre sono 34 (vedi tabella) gli artisti «under 45» noti Oltralpe. Perché? Forse i nostri artisti sono rappresentati male nelle Biennali Internazionali? Oliver Belot (socio del gallerista parigino Yvon Lambert) elude la risposta affermando che «l’opera d’arte non è un prodotto nazionale»; ma c’è chi come René Block, curatore indipendente a Berlino, osserva: «Non c’è probabilmente nessun altro Paese europeo che faccia così poco per i suoi giovani artisti come l’Italia. Per questo motivo l’arte italiana è poco rappresentata nel mondo. Saprei nominare facilmente cinque artisti di Paesi periferici come Finlandia, Romania, Turchia e Nuova Zelanda, ma non conosco nemmeno un italiano, eccetto Monica Bonvicini, che da anni vive e lavora a Berlino».
Gli operatori internazionali che fanno il mercato non vogliano rischiare sull’Italia, anche perché non c’è un sistema Paese che la sostiene: anche i numerosi Istituti di Cultura italiana sparsi nel mondo sono poco percepiti come ambasciatori dell’arte contemporanea del Bel Paese; di più: il 50% degli intervistati rincara la dose, affermando che tali enti statali non promuovono, come potrebbero, i giovani italiani. E poi la presenza degli emergenti nostrani in mostre e fiere, fuori dall’Italia, è percepita poco (vedi tabella). Hans D. Christ, co-direttore del Kunstverein di Stoccarda dice di non conoscere la scena artistica italiana perché non ha contatti continuativi, ma forse è una condizione generale di scarsa conoscenza dell’arte italiana in Germania.
Chi, al contrario, conosce molto bene la nostra contemporaneità e la sostiene Oltreoceano, perché ricopre l’incarico di direttore mostre speciali del New Museum di New York, è Massimiliano Gioni (che preferisce non segnalare alcun artista). In effetti a ben guardare non pochi musei (vedi tabella) espongono nel mondo emergenti italiani – in questi giorni 20 giovani artisti sono nella mostra «Artathlos» all’Haidian Exhibition Center di Pechino su iniziativa della Regione Lombardia –, ma non sempre è facile trovarli in vendita presso mercanti e gallerie internazionali. Il fenomeno si ripercuote anche in Italia dove emerge uno scollamento tra il sistema museale italiano, le fondazioni e il mercato dell’arte: se da un lato, infatti, i curatori internazionali dialogano con il MAXXI e il Macro di Roma, con il Castello di Rivoli, il Centro Luigi Pecci di Prato e la Fondazione Prada di Milano e una cinquantina di artisti emergenti sono in collezioni estere (Rubell, Pinault, Iounnou, Cisneros) o nei musei (vedi tabella), pure i galleristi più influenti preferiscono fare businness in Asia, India, Russia dove circola nuova ricchezza e crescono nuovi talenti. Così i portabandiera degli scambi internazionali restano i senior dell’Arte Povera e della Transavanguardia, finalmente fuori dal limbo dei sottostimati, dopo trent’anni di paziente attesa.
Composizione del panel
Curatori (11): Pelin Uran (curatrice indipendente, Instambul), Luca Cerizza (curatore indipendente, Berlino), Norbert Fritz Krause (critico d’arte, Berlino), Davide Quadrio (curatore e direttore dello spazio di Shanghai Bizart), Viktor Misiano (curatore e critico, Mosca), Julia Draganovic (direttore artistico Palazzo delle Arti Napoli), Antonia Simon (art marketing & project manager, Berlino), Mirjam Varadinis (curatrice Kunsthaus, Zurigo), Paola Morsiani (curatrice Cleveland Museum, Cleveland), René Block (curatore indipendente, Berlino), Massimiliano Gioni (direttore Mostre Speciali, New Museum New York e direttore artistico Fondazione Trussardi). Galleristi (6): Oliver Belot (business partner di Yvon Lambert Gallery, Parigi), Olivier Antoine (Galerie Art Concept, Parigi), Pilar Corrias (Londra), Valentina Castellani (direttore Gagosian Gallery, New York), Emmanuel Perrotin (Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi), Manfred Krämer (Galerie Binz & Krämer, Colonia).
Ha collaborato al sondaggio Analisi Mercati Finanziari, Il Sole 24 Ore